La sanità, prima di tutto, in un’area che ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia e che ha visto istituire a Medicina la prima zona rossa in Emilia-Romagna. Ma anche la riqualificazione e la rigenerazione urbana, con luoghi in disuso che diventano spazi per i più giovani, la filiera del packaging, le infrastrutture e la cultura, l’ambiente e le eccellenze enogastronomiche come strumenti per promuovere il territorio.
Il viaggio della Giunta regionale nelle province dell’Emilia-Romagna, iniziato a luglio 2020 e poi interrotto nel rispetto delle misure di contenimento del virus, si conclude con un secondo appuntamento in provincia di Bologna che vede come protagonista soprattutto il territorio del Nuovo circondario imolese.
Dopo una partenza dall’aeroporto di Bologna e una tappa a Budrio, il programma del presidente Stefano Bonaccini e degli assessori prevede la visita di 7 degli 11 comuni del circondario, incontrando sindaci, amministratori e le comunità locali di Medicina, Castel San Pietro Terme, Mordano, Imola, Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Dozza. Al centro, la condivisione delle strategie per la ripartenza, che passa sia da investimenti per opere e progetti avviati o già definiti, che per l’intera provincia di Bologna arrivano a 2,4 miliardi di euro nel triennio 2020-22 tra fondi europei, nazionali, regionali e il cofinanziamento di enti locali e privati, sia dalle prospettive che si aprono grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
E a ricoprire il ruolo più importante nei progetti per il futuro prossimo di Imola e circondario è sicuramente la sanità pubblica, che Bonaccini e assessori hanno avuto modo di ringraziare pubblicamente prima presso il centro vaccinale dell’Osservanza, poi nell’incontro con il personale all’Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola: supera infatti i 42 milioni di euro la cifra complessiva degli investimenti in sanità previsti per il Nuovo Circondario Imolese.
40 milioni riguardano lavori in corso di programmazione tra cui la realizzazione della Casa della salute di Imola, la ristrutturazione delle Case della salute di Castel San Pietro Terme e Medicina e l’Ospedale di Imola, fra cui la nuova sede per le attività ambulatoriali e la nuova camera mortuaria. 2,3 milioni fanno riferimento a interventi in fase di completamentoper il miglioramento della sicurezza negli ospedali di Imola e Castel San Pietro Terme e per il potenziamento sempre della struttura ospedaliera di Imola, con la realizzazione di 8 nuovi posti di letto di terapia semi intensiva.
“Fra le fondamenta sulle quali basare la ripartenza deve esserci una sanità pubblica e universalistica sempre più forte- afferma il presidente Bonaccini-. Vogliamo investire il più possibile in un sistema sanitario capace di essere vicino ai cittadini attraverso la medicina del territorio e le Case della salute e in grado di fornire prestazioni specialistiche di alto livello negli ospedali”.
“Io non dimenticherò mai la notte in cui ci siamo presi la responsabilità, come Regione, insieme al giovane sindaco Matteo Montanari, di dichiarare Medicina zona rossa e impedire l’entrata e l’uscita dal territorio comunale- prosegue Bonaccini-, ma voglio anche ricordarmi di come solo pochi mesi dopo riuscimmo, grazie a un fantastico lavoro di squadra tra istituzioni e cittadini, a riportare in questo territorio un evento che mancava da 14 anni come il Gran Premio di Formula 1, seppure senza pubblico, che siamo riusciti a confermare anche quest’anno, o gli splendidi Campionati del mondo di ciclismo, che hanno portato riconoscimenti da tutto il mondo a queste comunità sia per le bellezze del paesaggio che per le capacità organizzative”.
“In questa giornata nell’imolese- continua ancora il presidente- abbiamo modo di entrare nel merito di progetti di riqualificazione urbana che recuperano spazi per metterli a disposizione delle start-up e altri dove sperimentiamo forme di welfare per gli anziani. E’ la ripresa a cui puntiamo, capace di non lasciare nessuno indietro, come abbiamo sempre fatto. E se metto in fila tutte le eccellenze con cui ci siamo confrontati oggi, dalla cultura alla manifattura passando per l’ambiente e l’enogastronomia- conclude Bonaccini-, sono certo che sia possibile costruire un futuro diverso, sostenibile e inclusivo”.