Trent’anni di aiuto, accoglienza e sostegno alle donne che hanno subito violenza, ma anche di azioni in favore di un cambiamento culturale e di storie di donne di generazioni e provenienze diverse che hanno fatto un pezzo di cammino insieme. Sono tutti contenuti nella mostra che la Casa delle donne contro la violenza ha allestito a Villa Ombrosa (in strada Vaciglio nord, 6) per raccontare un percorso denso di centinaia di iniziative, eventi, azioni, trasformazioni e lotte attraverso un ricco repertorio di foto, grafiche, video e registrazioni audio.
La mostra è stata inaugurata oggi, venerdì 18 giugno, dalla presidente della Casa delle donne contro la violenza Rosanna Bartolini insieme al sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, all’assessora alle Pari opportunità Grazia Baracchi e all’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli. All’inaugurazione sono intervenute anche Alfonsina Rinaldi, sindaca di Modena nel 1991, quando aprì il Centro antiviolenza; Vittorina Maestroni, in rappresentanza di tutte le associazioni della Casa delle donne di Villa Ombrosa; Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione di Modena che ha sostenuto l’iniziativa.
La mostra “30 anni contro la violenza” sarà visitabile fino al 18 luglio, dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 19, a ingresso libero.
Come spiega Bartolini, la mostra “30 anni contro la violenza” nasce con l’idea di raccontare tre decenni di attività nate dal Centro antiviolenza “ma che poi sono andate oltre. Vogliamo mostrare quante cose ha potuto fare un gruppo di donne che ha saputo rimanere fedele ai valori del femminismo, mettendo in campo azioni pratiche contro la violenza in tutte le sue forme, e riuscendo a rigenerarsi attraverso un passaggio intergenerazionale, in una sorta di staffetta femminista che ha unito donne di tutte le età, ceti sociali e posizioni politiche che hanno saputo stare insieme per lottare contro un destino che le accomunava e che le accomuna ancora oggi”.
“Questo è un momento importante – commenta Grazia Baracchi – per dare evidenza pubblica a quanto la Casa delle donne contro la violenza ha fatto in tutti questi anni per la città intera e non solo per le donne. Un impegno che si ricorda solo il 25 novembre ma che, in realtà, è costante ogni giorno dell’anno grazie alle volontarie e a chi lavora con professionalità per stare accanto alle donne”. L’assessora ha proseguito invitando tutti i modenesi a visitare la mostra e a conoscere la Casa delle donne contro la violenza, “perché la violenza non è un problema delle donne ma di tutti e riusciremo a trovare una soluzione solo quando ci sarà una presa di coscienza non solo delle donne ma anche degli uomini”.
L’esposizione è divisa in quattro percorsi visivi che corrispondono ai quattro progetti storici dell’associazione: il Centro antiviolenza, casa delle donne migranti Semira Adamu, Oltre la strada, contro lo sfruttamento, che si rivolge alle donne coinvolte loro malgrado nel racket della prostituzione e vittime di tratta e che ultimamente ha ampliato gli obiettivi rivolgendosi anche alle donne vittime di sfruttamento lavorativo, e Ri-elaborando che sostiene le donne nei percorsi di uscita dalla violenza accompagnandole nell’inserimento o reinserimento lavorativo.
Il percorso si conclude con un “muro emozionale”: centinaia di foto che ritraggono le donne dell’associazione nella routine del lavoro di tutti i giorni e nei momenti privati.
(foto in alto, da sinistra: l’assessora Roberta Pinelli, Paolo Cavicchioli, presidente di Fondazione di Modena, Rosanna Bartolini, presidente Casa delle donne contro la violenza, l’assessora alle Pari opportunità Grazia Baracchi, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, Alfonsina Rinaldi)