Dopo le polemiche legate al presunto video che avrebbe immortalato la morte di Sara Hamid, l’assemblea dei rappresentanti di classe del Venturi ha scritto una lettera aperta.
“A volte sbagliamo e siamo pronti a pagare, ma non siamo bestie da triturare senza rispetto nella gogna mediatica. Il nostro primo pensiero va a sara, al suo sorriso, alla sua vita stroncata, al suo amore e al suo impegno per la nostra scuola. Non ha senso morire a sedici anni, ancor meno essere oggetto di derisione e poi pretesto per linciaggi mediatici generici e generalizzati.
Il secondo pensiero, pieno di affetto e solidarietà, va alla sua famiglia. Abbiamo fatto il possibile per essere loro vicino (e loro vicino ci hanno chiesto di esserlo) e vogliamo continuare a farlo ancora di più adesso che si fa di tutto per tenere aperta quella loro ferita.
Scusa Sara e tante scuse a tutta la tua famiglia. E’ imperdonabile, ingiustificabile e aberrante quello che qualcuno di noi ha fatto. Un qualcuno che vorremmo rimanesse senza nome, non per omertà, ma perché quell’imperdonabile errore, o forse un altro, avrebbe potuto commetterlo ognuno di noi ed è giusto che tutti ce ne sentiamo responsabili. Tra di noi, con il preside e tutta la scuola abbiamo incominciato a riflettere ed ad agire per porvi rimedio. No, non con un colpo di spugna, ma cercando davvero di fare tesoro di questa incredibile esperienza per crescere. Il nostro impegno non cambierà niente per la morte di sara, ne cancellerà la responsabilità di chi si è fatto beffa del suo corpo straziato, ma cambierà noi. Lo dobbiamo a Sara, lo dobbiamo alla sua famiglia, lo dobbiamo alla nostra scuola. lo dobbiamo al nostro futuro.
Ringraziamo il preside, gli insegnanti e tutta la scuola per averci subito richiamato alle nostre responsabilità e aiutati in questo percorso. Nostre responsabilità alle quali non abbiamo mai pensato di sottrarci, pronti anche ad affrontare il pubblico giudizio. Mai però avremmo pensato che si sarebbe potuto arrivare a tanto. Non può la legge del contrappasso giustificare tutto ciò a cui ci hanno sottoposto in questi giorni i giornali, i media locali e nazionali e il giudizio di tanti adulti che ci hanno lapidati con le loro parole di pietra. Siete andati oltre: fino alla mancanza di rispetto, alle pressioni indebite, ad accumunarci tutti in un’unica mostruosità, a non concedere spiragli alla nostra voglia ed esigenza di riscattarci.
Per Sara, per la sua famiglia, solo per loro, accettiamo questa gogna mediatica. I giornalisti presto si dimenticheranno di noi. Gli adulti smetteranno di dire che avrebbero dovuto educarci meglio. Noi, no, non smetteremo di crescere e cercare di migliorare: per Sara, per la sua famiglia, per il nostro futuro”.
(Gli studenti del Venturi)