Nella giornata di sabato, nell’ambito di una operazione congiunta della Polizia di Stato e della Arma dei Carabinieri, è stato tratto in arresto, in esecuzione di misura cautelare in carcere emessa dal Gip reggiano su richiesta della Procura della Repubblica, dott.ssa Salvi, un giovane cittadino albanese di ventisei anni residente in città. In particolare, il giovane è gravemente indiziato di due gravi episodi di violenza sessuale consumati il 29 maggio e 2 giugno all’interno del Parco Nilde Iotti e del parco Diamante in danno di due giovani ragazze straniere.
Il primo episodio occorso il 29 maggio, seguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, ha visto la vittima, una 24enne abitante in città, essere avvicinata nei pressi del Parco Nilde Iotti di Reggio Emilia da uno sconosciuto. Prima i complimenti, poi la richiesta del suo profilo Instagram ed infine, nonostante i dinieghi della ragazza, l’afferrava alle spalle stringendola forte a sé e baciandole le spalle. Quindi la richiesta di un bacio per poi allontanarsi. Le indagini dei carabinieri reggiani, a cui la vittima si è rivolta denunciando l’accaduto, hanno consentito di indirizzare le attenzioni investigative sull’odierno indagato. A suo carico i carabinieri di Reggio Emilia acquisivano incontrovertibili elementi di responsabilità, tra cui il certo riconoscimento in apposita seduta di individuiamone fotografica da parte della vittima.
Il secondo episodio occorso il 2 giugno e seguito dalla Polizia di Stato, è stato particolarmente elaborato; una giovane donna, infatti, nella sera del 2 giugno, aveva chiamato il 113 riferendo di essere stata avvicinata, nel parco Diamante da un giovane che aveva richiesto indicazioni stradali. Dopo essere stata, evidentemente, seguita all’interno del parco Nilde Iotti, la giovane era stata nuovamente raggiunta dall’uomo che la spingeva a terra con forza, palpeggiandola e cercando, con una mano, di impedirle di urlare. La ragazza, pur spaventata, riusciva a divincolarsi, mordendo la mano dell’aggressore, ed a dare l’allarme. L’arrestato, quindi, si dava a precipitosa fuga.
Le indagini, avviate la sera del 2 giugno e proseguite il 3, consentivano agli investigatori della Polizia di Stato, di identificare l’aggressore che veniva raggiunto, presso il proprio domicilio, e foto segnalato; nel corso delle operazioni si procedeva, anche, a fotografare la mano sinistra che riportava evidenti ferite lacerocontuse ragionevolmente riconducibili al morso della vittima.
Entrambi i gravi episodi di violenza sessuale venivano riuniti dalla Procura della Repubblica, dott.ssa Salvi, che richiedeva la misura cautelare in carcere che veniva disposta ed eseguita in data 5 giugno dal personale dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato.
L’operazione, congiunta tra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, evidenzia, ancora una volta, come la collaborazione e lo scambio informativo, tra Forze di Polizia, sia imprescindibile per potere affrontare, congiuntamente, le sfide della criminalità. L’unione di esperienze e di professionalità, infatti, rappresentano un valore aggiunto nella lotta alla illegalità.