È un bullismo elevato quello di moda attualmente: alle angherie e alle persecuzioni, fisiche e psicologiche, spesso si unisce un’altra violenza: la pubblicazione sui social dei filmati degli stessi pestaggi e umiliazioni. È il copione di quanto accaduto alcuni giorni fa a Bagnolo in Piano e replicato ora in un comune della Val d’Enza, sempre i provincia di Reggio Emilia, dove un ragazzina di sedici anni, pestata alla fermata del pullman all’uscita da scuola, ha poi scoperto del video che la ritraeva a terra colpita da pugni e schiaffi. Video che girava su WhatsApp.

L’aggressione si è propagata immediatamente in rete con la forza delle immagini e l’attenzione sui social è cresciuta esponenzialmente, con la vittima che accompagnata dai genitori si è presentata ai carabinieri di Cavriago formalizzando la denuncia supportata dal referto medico con una prognosi di 7 giorni per escoriazioni e contusioni varie ad opera terzi. Per questi motivi una quindicenne reggiana è stata denunciata alla procura dei minori di Bologna per il reato di lesioni e minacce. Gli stessi carabinieri di Cavriago stanno ora proseguendo nelle indagini per comprendere chi abbia divulgato in rete il video del pestaggio.

Viene chiamato cyberbashing, è un sottogenere del cyber bullismo che consiste nel riprendere un’aggressione per poi rimandarne il filmato via social. Una moda che a distanza di pochi giorni registra il secondo caso nel reggiano. Anche dall’analisi delle immagini dell’odierno video i carabinieri hanno ricostruito l’accaduto con la vittima che, uscita da scuola, alla  fermata dell’autobus è stata raggiunta dall’odierna indagata con cui aveva avuto una lite “virtuale” su Instagram. L’indagata ha preso per i capelli la vittima sbattendola a terra per poi colpirla a pugni e schiaffi sino al deciso intervento di altro studente che interrompeva l’aggressione. Ad assistere alla scena altri ragazzi e ragazze e, probabilmente, anche chi non è intervenuto a difesa della vittima, ma in compenso, ha pensato bene di riprendere pestaggio e umiliazione divulgando il video sui social.

La bulletta dovrà rispondere dell’accusa di lesioni personali e minacce, ma quella è solo una parte del dramma capitato alla sedicenne: il video girato e rigirato in rete ha amplificato l’umiliazione inflitta. Chi ha ripreso e diffuso il video? Su questo sono in corso le indagini a cura dei carabinieri di Cavriago.