Si chiamano “muri liberi” e sono gli spazi pubblici, individuati in diversi luoghi della città, che il Comune di Modena ha deciso di destinare alla realizzazione di opere di writing e di street art temporanea con il duplice obiettivo di promuovere l’espressione artistica e la creatività di giovani talenti e di contribuire al decoro della città, sostenendo percorsi di riqualificazione urbana attraverso opere di arte pubblica.
A disciplinare le modalità con le quali gli artisti potranno realizzare le loro opere – disegni, murales, scritte artistiche – è il Regolamento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di oggi, giovedì 6 maggio.
Il Regolamento è stato presentato dall’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi che ha sottolineato come, con il progetto “Muri liberi”, “l’amministrazione intenda creare una palestra d’arte a cielo aperto, aperta a tutti, che permette di sviluppare la creatività. Il regolamento per la street art si colloca nella cornice di Urbaner, il progetto che abbiamo avviato lo scorso autunno per valorizzare le culture che si formano in ambito urbano: la catalogazione come opere di arte contemporanea, la digitalizzazione di questo patrimonio e parallelamente il lavoro di indagine che attraversa le culture e sottoculture giovanili e urbane sono aspetti peculiari che vedono Modena come città di riferimento per questo linguaggio artistico. La città – ha aggiunto – ospita già, in luoghi diversi, veri e propri capolavori di arte urbana: dai sottopassi alle polisportive, dai muri delle scuole ai playground, l’arte urbana è un tratto distintivo di Modena e della sua scena culturale, una forma d’arte che permette socialità, incontro e relazione e sulla quale il Comune sta investendo molto e continuerà a investire”.
Nel Regolamento sono indicati i cinque spazi pubblici da cui far partire “Muri Liberi”: si tratta dei sottopassi di via Finzi, all’altezza dell’incrocio con la Statale 12, e di via Neviani (vicino al cimitero di San Cataldo), di quelli della tangenziale Carducci (sotto la tangenziale, nel collegamento tra via Nonantolana e via Repubblica Val di Taro) e della tangenziale Pirandello (nel collegamento tra via Pedana Nord e via Pedana sud), del muro adiacente la ciclabile che collega via Bisi e via La Spezia, vicino alle scuole medie Carducci. “Questi sono gli spazi da cui cominciamo – ha spiegato Bortolamasi – ma l’intenzione è di aumentarli negli anni, con altri muri pubblici ma anche privati”.
Il regolamento, infatti, prevede che enti di diritto pubblico o privato, e i privati cittadini, compresi i complessi condominiali, possano mettere a disposizione propri spazi per le opere di writer e artisti. L’unica esclusione è per gli edifici e le aree vincolate in base alle leggi per la tutela del patrimonio storico artistico, ambientale, e architettonico, salvo specifica autorizzazione della Soprintendenza.
I “muri liberi”, riconoscibili grazie a una targa, potranno essere usati liberamente sia nel primo utilizzo che nei successivi: l’amministrazione, infatti, non garantisce una permanenza minima delle opere realizzate poiché la loro durata è determinata dall’utilizzo che altri autori desiderino fare dello stesso muro, in modo che tutti abbiano uguale possibilità di esprimersi. L’utilizzo dei muri liberi, inoltre, autorizza implicitamente la pubblicazione e la riproduzione delle opere di street art da parte dell’amministrazione.
Non possono essere realizzate opere che contengano immagini, scritte o simboli in contrasto con le norme sull’ordine pubblico o offensive del pudore, della morale e della persona; messaggi intolleranti o offensivi nei confronti di religioni, etnie, generi e appartenenze politiche; riferimenti a simboli di partito; messaggi pubblicitari espliciti o impliciti; elementi coperti da diritti d’autore di terzi. Le opere realizzate, dunque, devono essere originali.
Gli artisti, infine, devono operare in modo da non provocare alcun tipo di danno alle cose pubbliche e private, e da non costituire ostacolo per la circolazione. Per le violazioni è prevista una sanzione pecuniaria e il ripristino dei luoghi.
In dichiarazione di voto, Irene Guadagnini (Pd) ha sottolineato che il provvedimento, “che sigla un patto tra l’amministrazione e gli artisti senza imbrigliarli”, è una proposta operativa senza costi che “non toglie nulla alla città e, anzi, offre opere in zone inusuali e periferiche, a volte abbandonate”. Annunciando il voto a favore, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha ringraziato per aver accolto in delibera le osservazioni sull’aspetto sanzionatorio: “È importante che le sanzioni in caso di violazione del regolamento ci siano e siano chiare”. Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha sottolineato che “mai come ora la città ha bisogno di arte, bellezze e cultura fruibili liberamente da tutti. Un intervento come Muri liberi, richiesto da anni dagli artisti, ribalta la concezione repressiva sull’arte urbana per rivalutare la sua funzione anche sociale”. Dichiarandosi a favore, Piergiulio Giacobazzi (FI) ha commentato che “volendo fare una battuta potremmo dire che visto che i muri sono gli stessi già utilizzati e che una grande volontà di sanzionare non c’è, li autorizziamo e così siamo a posto”.
Paola Aime (Verdi) ha affermato che le opere d’arte all’aperto “sono un atto di libertà e un dono”, augurandosi che i dipinti “siano espressione di un vero talento artistico” e che, in futuro, si possa lavorare a un analogo progetto di “ascolto libero” per la musica. Stefano Prampolini (Lega Modena) si è augurato che “avendo dedicato parti della città alla street art, si possano sanzionare le pitture fuori dagli spazi dedicati. Tante scritte, infatti, come quelle sui treni, danno un’idea di degrado e trascuratezza dei luoghi”.
(foto d’archivio)