Dall’inizio della pandemia da Covid-19 uno degli aspetti più rilevanti posti in essere dal Governo centrale è il divieto di spostamento tra Regioni. Nell’ultimo Dpcm del 14 gennaio 2021 (art.1 comma 4) è indicato espressamente il divieto di ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse Regioni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

Nello stesso documento è prevista la possibilità di spostamenti, nei limiti indicati e per una distanza non superiore a 30 km dai relativi confini, solo per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di Provincia. È evidente che per determinate attività economiche (in primis, commercio e pubblici esercizi) ubicate in Comuni confinanti con altra Regione tali restrizioni rappresentano una pesante discriminazione e stanno determinando gravissime ripercussioni in termini di mancato reddito, considerando le forti interazioni socio-economiche con realtà territoriali situate a pochi chilometri, ma in altra Regione. Inoltre, l’ubicazione in “zona gialla” o “zona arancione” della Regione di appartenenza determina l’esclusione di talune attività economiche dai benefici dei cosiddetti “ristori” previsti da Governo e Regioni, nonostante l’effettivo crollo delle vendite legate a una clientela solitamente proveniente da zone confinanti di altra Regione. I territori di confine risultano pertanto fortemente penalizzati, sia in ambito economico, sia in termini di relazioni tra persone divise da pochi chilometri.

Per questo, stamattina una settantina di sindaci di comuni delle province di Piacenza, Cremona, Lodi, Parma, Reggio Emilia, Mantova, direttamente confinanti con Comuni di altra Regione, hanno inviato una lettera indirizzata agli organi di governo superiori nella quale si espone la situazione e si richiede che il divieto di spostamento venga rivisto.

“Senza sottovalutare i rischi sanitari connessi all’epidemia Covid-19, ancora presente in una fase acuta – si legge nella lettera inviata stamattina –  si rendono necessarie azioni urgenti per limitare le conseguenze negative per attività commerciali che rischiano diversamente di chiudere per sempre i battenti, nonché per evitare la progressiva alimentazione di tensioni sociali dovute a perdite di posti di lavoro e a mancate relazioni tra le comunità confinanti”. I sindaci firmatari chiedono pertanto di “prevedere la possibilità di spostamenti delle persone entro un limitato raggio chilometrico o, in alternativa, da/verso Comuni confinanti e collegati, indipendentemente dalla Regione di appartenenza e dalla dimensione dei Comuni, eventualmente previo accordo tra i Comuni medesimi e le Regioni di appartenenza, con la supervisione delle Prefetture competenti; la valutazione dovrà essere operata alla luce dell’andamento epidemiologico dei territori interessati”. Oltre a questo, i sindaci chiedono anche “agevolazioni fiscali e/o ristori per le attività economiche più colpite aventi sede nei Comuni confinanti e collegati con altra Regione e che dimostrino di essere state particolarmente penalizzate da questa situazione, prendendo quindi a riferimento non tanto i codici attività Ateco e il periodo di chiusura degli esercizi, quanto piuttosto l’effettivo calo di fatturato riscontrato negli ultimi mesi.

La lettera è stata inviata con posta certificata a: Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Ministro degli Interni, Ministro dello Sviluppo Economico, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Commissario Straordinario Gestione Emergenza Covid-19, Presidente Regione Emilia-Romagna e Presidente Conferenza delle Regioni, oltre ai Presidenti delle regioni Lombardia e Veneto, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), di Anci Emilia-Romagna e Anci Lombardia. dell’Unione Province d’Italia Upi, di Upi Emilia-Romagna e Upi Lombardia.

La stessa lettera è stata firmata da una settantina di sindaci e, in particolare per la provincia di Reggio Emilia, dai Sindaci di Boretto – Matteo Benassi, di Brescello – Elena Benassi, di Gualtieri – Renzo Bergamini, di Guastalla – Camilla Verona, di Luzzara – Elisabetta Sottili, di Reggiolo – Roberto Angeli, di Rolo – Luca Nasi, di Ventasso – Antonio Manari.