Sono 1092 gli orti per anziani distribuiti in dieci aree ortive sul territorio comunale di Modena e 60 gli orti urbani di via Capuana, dedicati a progetti di agricoltura sociale, ai quali si sommano gli oltre 40 orti di quartiere realizzati di recente all’interno del nuovo parchetto di viale Gramsci. Per disciplinare l’assegnazione e la gestione degli orti e definire le regole di conduzione che gli ortolani devono rispettare, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità, nella seduta di giovedì 10 dicembre, il Regolamento per gli orti per anziani, che rinnova quello precedente, e il nuovo Regolamento per la disciplina dei progetti di agricoltura sociale che si applica agli orti urbani di via Capuana e di viale Gramsci.
I due regolamenti sono stati presentati dall’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli che ha sottolineato la funzione sociale degli orti “come strumento, nel caso degli anziani, per la promozione di un invecchiamento attivo e di tutela della salute, stimolando l’attività fisica e la socialità. E come mezzo per sviluppare la socialità, l’integrazione e le capacità collettive e individuali nel caso degli orti urbani, destinati a residenti, famiglie e associazioni”. Come ha spiegato ancora l’assessora, i nuovi regolamenti (che rientrano nella serie di interventi di riordino, compattamento e rinnovamento che l’amministrazione sta attuando) contengono modifiche “che applicano i principi di un’economia più sostenibile e circolare, accogliendo i suggerimenti proposti dai gruppi consiliari”.
In particolare, a questo proposito, il regolamento degli orti per anziani sostiene i metodi di coltivazione ecocompatibili, anche attraverso momenti di formazione e consulenza sui prodotti adeguati. Con lo stesso obiettivo, stabilisce che almeno un quarto delle assegnazioni sarà riservato a orti da coltivare secondo i principi del biologico e della lotta integrata. Stabilisce, inoltre, che gli scarti della coltivazione rimangano a disposizione degli ortolani e vengano utilizzati per produrre compost, da usare invece del terreno concimato che viene normalmente acquistato, anche con il supporto del settore Ambiente del Comune. Infine, nell’ottica di ridurre il consumo di acqua, il regolamento stabilisce che saranno effettuati controlli su come viene utilizzata.
Gli orti per anziani, che esistono a Modena dagli anni ’80, sono appezzamenti di circa 50 metri quadrati che, di norma, vengono assegnati a cittadini che abbiano compiuto i 60 anni e che siano in grado di provvedere personalmente e autonomamente alla coltivazione. Questi orti sono gestiti in collaborazione con l’associazione Ancescao e i Centri sociali e comitati anziani e orti, ai quali sono assegnati. All’interno dei centri sociali e comitati anziani, l’assemblea degli ortolani elegge una Commissione orti che ha la funzione di gestire l’area ortiva. Le domande di assegnazione devono essere presentate al Comitato dell’area prescelta, indipendentemente dalla propria residenza. Gli ortolani sono tenuti a versare una quota di gestione per la conduzione del proprio orto e dell’area ortiva in generale e a rispettare le regole per quanto riguarda la coltivazione, l’uso degli attrezzi e dell’acqua.
Gli orti urbani dedicati a progetti di agricoltura sociale, hanno finalità prevalentemente sociali, ricreative, didattiche e culturali, creando percorsi di cittadinanza attiva come occasioni di aggregazione sociale. Promuovono, inoltre, progetti di rigenerazione urbana e diffondono tecniche di coltivazione biologica e biodinamica e di prodotti a km zero e stagionali per il consumo familiare e collettivo, in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita che inizia dall’alimentazione. Favoriscono, infine, le attività didattiche nei confronti dei giovani e quelle di supporto a processi di riabilitazione fisica e psichica.
I 60 orti realizzati nel 2016 in via Capuana e gli oltre 40 aperti alla fine del 2019 nel parco di viale Gramsci, sono affidati dal Comune attraverso una convenzione con soggetti del Terzo settore, in seguito a un percorso di co-progettazione. Le associazioni, a loro volta, assegnano i singoli orti a cittadini che ne hanno fatto domanda o ad associazioni che realizzino un progetto (attualmente le assegnatarie sono quattro).

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Aprendo il dibattito per il Pd, Ferdinando Tripi ha affermato che i regolamenti “si inseriscono pienamente nella cornice più vasta, disegnata anche dal Pug e dal Piano del verde, di utilizzo non solo quantitativo ma anche qualitativo del verde cittadino”. Ricordando la stretta relazione tra la fruizione degli spazi verdi e il mantenimento della salute, il consigliere ha concluso che gli orti per anziani e i progetti di agricoltura sociale si pongono come “avamposti di salute” e, quindi, “la loro interazione con il territorio e la cittadinanza deve essere favorita il più possibile”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) è importante che l’ente pubblico faciliti la partecipazione di associazioni diverse, “agevolando il pluralismo ed evitando che le associazioni che collaborano con il Comune siano sempre le stesse. Bisogna, invece, cercare, scoprire, accompagnare e valorizzare anche le associazioni più piccole in modo che possano caricarsi anche di queste attività, perché chi non si sente cercato, con il tempo può sparire”.

Un maggiore pluralismo è stato sollecitato anche da Katia Parisi (Modena civica) che ha sottolineato come l’approvazione dei regolamenti confermi “l’attenzione che da sempre il Comune riserva alle iniziative di inclusione sociale”. Il cambiamento nei modelli di orti, che non coinvolgono più solo la popolazione anziana, secondo la consigliera “può rientrare in una nuova forma di welfare, alternativa e innovativa, basata sulla collaborazione tra pubblico e privato, per offrire servizi alla comunità”.

Paola Aime (Verdi) ha ribadito che gli orti, “che sono oltre mille, sono molto utili per il benessere e per disegnare una città fatta anche di zone verdi”. Quindi ha sottolineato che “le modifiche introdotte nel regolamento vanno nella direzione dell’economia circolare, perché le sensibilità sono cambiate e bisogna cominciare a cambiare anche i comportamenti”.

Anche Enrica Manenti ha sottolineato l’attenzione verso l’economia circolare anche “come risultato di una bella collaborazione in commissione consiliare”. Per la consigliera, “i regolamenti fatti in questo modo indicano un’attenzione sistematica al verde e al benessere dei cittadini. Non dobbiamo farci scappare nessuna occasione per migliorare la qualità del verde urbano e per fare educazione perché anche i piccoli gesti fanno la differenza”.

Dichiarando il voto a favore, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha messo in evidenza “la maggiore sostenibilità del regolamento grazie alle modifiche, proposte in commissione e accolte, che incentivano e rendono prioritaria la coltivazione biologica, che rappresenta una nuova frontiera dell’agricoltura”.