Milletrecentoventotto: questo è il numero delle donne vittime di violenza accolte nel territorio metropolitano di Bologna nel 2019, in calo solo di poche unità rispetto alle 1.343 del 2018.
Il dato emerge dal Report di monitoraggio dell’Accordo metropolitano per l’accoglienza e l’ospitalità delle donne vittime di violenza presentato questa mattina durante il webinar “Il cambiamento possibile. Donne e Uomini contro la violenza di genere” che è stato aperto da Mariaraffaella Ferri, consigliera metropolitana con delega al contrasto alla violenza di genere. Promosso dai Tavoli politici e tecnici di ambito metropolitano sul contrasto alla violenza di genere e la promozione delle pari opportunità, l’incontro si proponeva di sensibilizzare e in/formare gli operatori del settore di Istituzioni e Associazioni.
I firmatari dell’Accordo metropolitano sottoscritto nel 2015 e rinnovato nel 2020, si impegnano ogni anno a monitorare l’andamento delle donne accolte nel territorio metropolitano. L’analisi pone l’accento sulle caratteristiche socio-demografiche, la tipologia della violenza subita, le informazioni relative l’autore di violenza, i bisogni principalmente espressi e le modalità con cui la donna ha conosciuto il Centro.
Le donne che si sono rivolte ai Centri sono per il 62,5% italiane e per il 36,14% straniere (del restante 1,36% non si conosce la nazionalità). Il fenomeno della violenza riguarda tutte le generazioni: emerge infatti che il 30% delle donne ha fra i 40 e i 49 anni, il 24% è nella fascia d’età 30-39 e circa il 21% in quella che va dai 18 ai 29 anni. Le over 50 raggiungono, complessivamente, il 18,5%.
Il 75,23% delle donne accolte ha subito violenza dal partner o dall’ex partner: il 32% al momento della violenza è coniugata, il 14,5% convivente, il 9,6% è separata ed il 6% divorziata.
Per quanto riguarda il tipo di violenza subita: l’80% ha subito violenza psicologica, il 59% fisica, il 29% circa economica, mentre il 16,3% dichiara di aver subito atti di stalking ed infine il 16,1% ha subito violenza sessuale. Tra le altre categorie di violenza vengono indicate: il matrimonio forzato (13 donne), violenze subite durante l’infanzia (6) e mutilazioni genitali femminili (4).
Analizzando i bisogni espressi dalle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza, si rileva che la maggior parte di esse si rivolge al centro per la richiesta di informazioni, nello specifico il 42%, mentre circa il 34% si rivolge al centro per chiarimenti/consigli/strategie, il 31% delle donne ospitate ha bisogno di un secondo colloquio, il 25% necessita di una consulenza legale e il 24% si rivolge al cento per ascolto/sostegno/sfogo.
Le donne accolte dichiarano di aver conosciuto il centro antiviolenza attraverso internet (24%), grazie all’aiuto di familiari/amici/parenti (19,7%), attraverso indicazioni degli/delle operatori/operatrici del Servizio Sociale (11%) e grazie alle Forze dell’ordine (5,7%).
La Casa delle donne ha dato ospitalità a 79 donne, di cui 61 per situazioni di emergenza e 28 donne e bambini sono state ospitate nelle strutture gestite da Trama di terre Imola, di cui 17 in emergenza.
Sebbene sul territorio metropolitano esista un sistema integrato pubblico-privato ben strutturato e saldo per l’accoglienza di donne vittime di violenza, questi dati indicano l’esigenza di continuare ad intervenire sul sistema di accoglienza, agendo sempre di più sulla prevenzione. Proprio per questo motivo sono state messe in campo azioni con la rete scolastica per contrastare gli stereotipi e le discriminazioni di genere. Quindi non solo interventi emergenziali, ma sempre una maggiore attenzione alla cura e al consolidamento del sistema che agisce in questa direzione. I dati sono stati condivisi con il Tavolo tecnico e il Tavolo politico sul contrasto alla violenza e la promozione delle pari opportunità, con il fine di elaborare piste di lavoro condivise e progettualità future.