Consegnate stamattina le chiavi dell’ex Maternità al Presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, che ha ricevuto la struttura direttamente dalle mani dell’ingegner Romano Volta. La cerimonia della firma degli atti e della consegna degli spazi di via D’Azeglio 56 si è svolta nel pieno rispetto delle misure di contenimento Covid, con la presenza di un numero ristrettissimo di persone.
Si tratta di una struttura ben conosciuta ai bolognesi che dal 1800 circa, e fino al 1990, ne hanno potuto usufruire come Maternità; a seguire, fino al 2011, è stata inutilizzata e in seguito acquisita all’asta dalla Max Immobiliare, che ha seguito la ristrutturazione mettendola oggi a disposizione del Tribunale di Bologna.
Sono state realizzate 15 aule per il dibattimento penale, oltre a un’ottantina di uffici e studi, a cui si aggiungono 15 cancellerie. Uno spazio apposito è stato riservato alla Polizia Penitenziaria, che avrà a disposizione – all’interno del palazzo – tre posti per gli automezzi adibiti all’accompagnamento dei detenuti.
Nei 6.700 metri quadrati della struttura son presenti due chiostri: quello del Refettorio e un secondo denominato della Sagrestia. Anche l’ex cappella del palazzo è stata riconvertita e ospiterà un’aula di dibattimento. Negli altri spazi dell’ex Maternità, nell’ambito dello stesso ‘isolato’, sono presenti la sezione del TAR e un ambulatorio privato, oltre a una scuola comunale e un parcheggio riservato ai dipendenti delle varie strutture.
In via D’Azeglio 56 saranno ospitati le sezioni dibattimentali, quella delle misure di
prevenzione, i GIP e i GUP e il tribunale distrettuale per le impugnazioni cautelari.
La firma della consegna degli atti tra il Presidente Caruso e l’ingegner Romano Volta ha visto la presenza della dottoressa Elena Barca, la quale “capitanava” la squadra dei dirigenti amministrativi che hanno seguito la pratica di consegna: Emanuela Melloni, Stefano Brunetti, Mariarosa Cavallone, Giovanbattista Racalmuto. In rappresentanza della proprietà e del team che ha seguito la ristrutturazione, l’architetto Franco Ghedini era accompagnato dalla architetto Maria Rezza e da Michele Gabriele, titolare della CMS che ha eseguito materialmente i lavori.
«Siamo sinceramente soddisfatti della nuova disponibilità di spazi, che proprio in questo momento risultano indispensabili al Tribunale – ha detto il Presidente Caruso – e auspico che entro la fine dell’anno sia possibile celebrare qui il primo dibattimento penale».
Visibilmente soddisfatto anche l’ingegner Volta: «È con una certa soddisfazione che consegniamo un palazzo riportato agli antichi splendori a un ufficio giudiziario così indispensabile alla città. Un recupero di sono sinceramente orgoglioso».
Una volta liberati gli spazi ora occupati dal “penale” a Palazzo Pizzardi , si trasferiranno in via Farini i Giudici di Pace, gli Ufficiali giudiziari e l’apparato tecnologico/informatico al servizio del Tribunale di Bologna.