L’assessore al Bilancio della Provincia di Bologna, Aleardo Benuzzi sarà domani a La Spezia per
partecipare all’udienza del processo per gli eccidi di Marzabotto che prevede le arringhe dei legali delle parti civili. Il processo è alle battute finali; la sentenza è attesa per il 17 gennaio.

La Provincia di Bologna, com’è noto, è parte civile nel processo, assieme ai Comuni di
Marzabotto, Monzuno e Grizzana e alla Regione Emilia-Romagna, che domani sarà rappresentata in aula dall’assessore Luigi Gilli.
La costituzione di parte civile fu decisa nel giugno 2005 dalla Giunta provinciale. Il patrocinio legale è affidato all’avvocato Giuseppe Gianpaolo.
Il processo si svolge davanti al Tribunale Militare di La Spezia.
Nel procedimento penale per gli eccidi nazi-fascisti di Marzabotto compiuti tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 (più di 800 persone trucidate tra cui molte donne e bambini e 5 sacerdoti), sono imputati alcuni ex ufficiali e sottufficiali tedeschi delle famigerate SS. I presunti responsabili sono stati individuati dall’inchiesta aperta dalla Procura militare di La Spezia dopo il rinvenimento del cosiddetto “armadio della vergogna” negli archivi della Procura militare a Palazzo Cesi, nella Capitale. Dai documenti desecretati e acquisiti dalla apposita Commissione
parlamentare di inchiesta sono emersi nuovi indizi che hanno dato vita a ulteriori indagini compiute dalla procura militare di La Spezia.

“La Provincia – ricorda l’assessore Benuzzi – si è costituita parte civile per almeno tre motivi: l’Ente ha definito tra le proprie finalità
statutarie “la promozione della cultura della pace, della soluzione non armata e non violenta dei conflitti, nel rispetto dei diritti umani…”;
l’Ente è membro del Consorzio istituito per la gestione del Parco storico di Monte Sole che annovera tra le proprie finalità quella “di ricostruire,
conservare e diffondere la memoria degli eventi accaduti nell’autunno del 1944”, ed è socio fondatore della Fondazone Scuola di pace di Monte Sole; la Provincia è anche l’ente territoriale che ha subito danni conseguenti alla commissione dei reati al centro del processo, nonché l’espressione
dell’intera comunità provinciale coinvolta nelle vicende in oggetto”.
“A tanti anni da quegli eventi – contuinua Benuzzi – le conseguenze pratiche per i responsabili dell’eccidio, ormai molto avanti negli anni, saranno prevedibilmente non rilevanti. Questo fatto, poiché non ci anima uno spirito di vendetta, non cambia il significato straordinario di quello che sta accadendo: la verità giudiziaria potrà rappresentare, infatti, non solo un dovere verso le vittime, ma un monito rivolto alle generazioni future di condanna del nazifascismo e di affermazione di valori di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani fondamentali”.