È scaduto lo scorso 2 ottobre il termine di 90 giorni concesso alla proprietà nell’ordinanza per demolire o presentare un progetto edilizio in sanatoria per il Garage Ferrari. L’Amministrazione sta procedendo con gli atti necessari al passaggio di proprietà a titolo gratuito al Comune di Modena ed entro l’anno verrà portata in Consiglio la proposta di deliberazione che definirà le sorti dell’immobile.
Lo ha annunciato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 11 ottobre rispondendo alle due interrogazioni presentate da Luigia Santoro della Lega Nord e da Elisabetta Scardozzi del M5s.
La consigliera Santoro ha chiesto, in particolare, a che punto è la situazione e quale soluzione l’Amministrazione “intende mettere in atto per risolvere questo annoso contenzioso”. La consigliera Scardozzi ha invece chiesto quali sono le motivazioni che hanno portato il sindaco alla decisione di firmare il protocollo di intesa per il trasferimento dell’immobile al patrimonio dell’Amministrazione, “operazione che di fatto pare ledere gli interessi privati di cittadini che hanno avuto varie sentenze a proprio favore (mai messe in atto) in virtù di un interesse pubblico (un parcheggio) non così evidente”. Ha inoltre domandato perché si dovrebbe disporre all’acquisizione a patrimonio comunale quando non si ha certezza della sostenibilità e fattibilità economica dello spazio, se l’Amministrazione ha intenzione di mantenere in proprio la gestione del garage o di affidarla a soggetti terzi e in che modalità, e se si sia tenuto conto “che tale decisione, assunta senza avere la certezza che l’edificio potrà essere trasformato (delibera che sarà posta ai voti in una successiva seduta del Consiglio comunale) comporterà, nel caso di un voto contrario, l’abbattimento dell’immobile con spese a carico dell’Amministrazione e quindi della collettività modenese”.
L’assessora ha ricordato che il Consiglio di Stato, con sentenza del 2 gennaio 2018, ha confermato la sentenza del Tar di Bologna nella parte in cui ha dichiarato la nullità della sanzione sanante emessa dal Comune e ha espressamente sancito che l’immobile non deve per forza essere demolito, lasciando ancora margini di intervento al Comune. “Le sentenze a volte piacciono e a volte no – ha affermato Vandelli – ma anche se non si condividono si rispettano. Con il protocollo d’intesa sottoscritto tra Comune, Piero Ferrari e B.A. Service srl a inizio agosto abbiamo preso atto dell’anticipazione della volontà del privato di non procedere alla demolizione e di non presentare alcun progetto di sanatoria relativa al Garage Ferrari. Il privato ha espresso accettazione rispetto al fatto che, allo scadere dei termini, l’Amministrazione acquisisca il bene a patrimonio della città, come previsto dalle normative, ma sui danni diretti o indiretti, compreso il costo di demolizione, deve comunque rispondere lui”.
L’assessora ha spiegato che, “il prossimo atto di tipo amministrativo è l’accertamento da parte degli uffici comunali della mancata demolizione, cui seguirà la trascrizione del verbale nei pubblici registri immobiliari per il passaggio di proprietà all’Amministrazione. Una volta acquisita l’opera, per legge, è prevista la demolizione con ordinanza dello Sportello unico per l’edilizia a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con interessi urbanistici o ambientali. L’immobile, per sua funzione e destinazione, credo debba essere sottoposto a studio – ha quindi proseguito – e l’impegno della Giunta è quello di far predisporre agli uffici una relazione tecnica e finanziaria per verificare costi/benefici che deriverebbero all’Amministrazione dall’acquisizione del bene (ci sono anche affitti attivi che rappresenterebbero delle entrate) e se sussista l’interesse pubblico a mantenere in loco un parcheggio da destinare a residenti o altri soggetti, come pare a una prima disamina e come emerge dalla storia di questo fabbricato”. L’assessora ha infatti sottolineato che “siamo nella fase di elaborazione del Pums e si stanno valutando tutta una serie di soluzioni per la mobilità sostenibile, come corsie riservate per il trasporto pubblico e percorsi ciclabili, che non possono che passare attraverso la riduzione dei parcheggi su strada e, di conseguenza, la loro collocazione in strutture pubbliche”. Vandelli ha quindi concluso evidenziando che “la normativa è molto chiara nel dire che spetta poi alla politica valutare se c’è un interesse pubblico a evitare la demolizione e se non ci sono contrasti con interessi urbanistici”.
DIVERSI I CONSIGLIERI INTERVENUTI
Le due interrogazioni presentate da Luigia Santoro della Lega nord ed Elisabetta Scardozzi del M5s.
Sul tema è intervenuto Marco Chincarini di Art.1 – Mdp – Per me Modena che ha ribadito come gli atti siano chiari nel definire il Garage Ferrari un “edificio abusivo” e ha ricordato le difficili problematiche legate all’abbattimento dell’immobile. “C’è uno modo – ha chiesto – in cui la proprietà può pagare e condonare l’abuso? Chiedo all’assessora di raccontare in maniera semplice, al di là dei riferimenti di legge, cosa si potrebbe fare”. Anche Paolo Trande ha evidenziato, da un lato, “l’illegalità acclarata dell’immobile”, ma dall’altro “la possibilità teorica che l’abuso possa divenire uno strumento importante per fare politiche pubbliche. L’utilità pubblica che può derivare dal mantenimento del parcheggio è poter inserire quello strumento all’interno della pianificazione generale che stiamo facendo con il Pums. Va trovato un equilibrio tra il principio di legalità e l’interesse pubblico”.
Simona Arletti del Pd ha evidenziato che “la possibilità di usare un garage speculare al Novi Park non va fatta cadere: l’Amministrazione pubblica fa bene a perseguire quella scelta, che non significa automaticamente dare priorità alle auto, anzi. Il mantenimento di quella struttura – ha proseguito – può essere opportuno anche nell’ottica dell’abbassamento dell’inquinamento atmosferico se comporta la riduzione di posti auto su strada a favore di percorsi ciclabili e corsie riservate di trasporto pubblico. Credo quindi che l’interesse pubblico ci sia tutto”.
Luigia Santoro, nella replica si è detta “non soddisfatta” della risposta che ha definito “vaga. Non si dice cosa si fa – ha aggiunto – e non manca molto al 2 gennaio 2019, data di scadenza prevista dalla sentenza per valutare quale strada percorrere. Si parla di un progetto di ciclabili e corsie riservate agli autobus, su cui forse era il caso di sentire i cittadini, ma non si sa quando venga portato in Aula. Spero non all’ultimo minuto non consentendo di fare una giusta valutazione”.
Elisabetta Scardozzi, in sede di replica, ha ricordato che “la sentenza parla di abuso integrale” e, “dal momento che la responsabilità ricade sul privato” ha chiesto all’assessora “se è a conoscenza di quanto ammonta la richiesta di risarcimento danni al Comune da parte della B.A. Service nel ricorso al Tar pendente”.
In chiusura di dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha sottolineato che “se per l’Amministrazione è chiaro che la responsabilità dell’abuso è del privato, quest’ultimo non è della stessa idea e pensa che ci sia una corresponsabilità del Comune. Le sentenze – ha proseguito – già dicono che la responsabilità rimane in mano al privato e quel contenzioso difficilmente verrà accolto. Ognuno ha comunque diritto di agire e si attendono sentenze o rinunce a ricorsi, ma il contenzioso non deve mai fermare una Amministrazione, a meno che non lo faccia il giudice”. L’assessora ha infine precisato che non è possibile un pagamento né un condono.