Per favorire un modo di fare medicina più incentrato sul paziente, con attenzione alla appropriatezza, alla proporzionalità delle cure e all’uso intelligente della tecnologia, con un occhio anche alle diseguaglianze si tiene martedì 5 Dicembre 2017 dalle ore 9.30 alle ore 17.30 il convegno “Less is More 2: Slow Medicine or Good Medicine”. L’evento, organizzato in collaborazione con FADOI (Società scientifica dei professionisti di Medicina interna), si svolgerà all’Hotel Astoria Mercure (Viale Nobili, 2 -Reggio Emilia).
La prima sessione del convegno sarà dedicata alla possibilità di miglioramento e ripensamento di professione medica, organizzazione del lavoro, rapporto medico-paziente. Il cambiamento sociale e demografico, il modello americano di una medicina più contrattuale che solidale, la disponibilità sempre crescente di informazioni, anche di scarsa attendibilità, in rete, impongono di ripensare anche i modelli di sanità. Ma senza recuperare la dimensione “umana“ e di “relazione” offuscate dal web e dall’iper tecnologismo, rischiamo di creare una medicina cibernetica e virtuale. Mentre la persona, specie malata e sofferente, spesso, più che di esami e cure, ha bisogno di un volto da incontrare, di una mano da stringere, di qualcuno che sappia ascoltare.
La seconda sessione tratterà di appropriatezza e proporzionalità della diagnostica. La tecnologia e la diagnostica complessa in ambito medico hanno fatto così tanti passi avanti che spesso si fa fatica a districarsi e a comprendere il reale valore e il vero rapporto costo- beneficio di ogni singola metodica. Ma di fronte a questa grande disponibilità occorre che ciascun medico accresca le sue conoscenze soppesando con attenzione vantaggi, svantaggi e costi di ogni singolo esame.
La terza sessione si occuperà di appropriatezza e proporzionalità delle cure: quando e perché fare. Si calcola che almeno il 20% degli accessi in ospedale siano mediati da effetti collaterali di farmaci. Gli studi clinici arruolano pazienti “sani”, ben diversi dalla tipologia di pazienti che popolano le corsie dei nostri ospedali (molto anziani e polipatologici). L’obiettivo è di misurarsi invece sulla capacità di ritagliare su ogni paziente la terapia più appropriata in relazione alla patologia da cui è affetto, all’età, alle comorbilità, alla sua psicologia e sensibilità.
La quarta sessione si soffermerà su appropriatezza e proporzionalità delle cure: quando e perché non fare. Pur non potendosi definire come vera e propria malattia la senescenza comporta un progressivo peggioramento, più o meno accelerato di diverse delle funzioni fisiche e mentali di una persona. In parallelo anche la risposta alle terapie è diversa. Non si tratta quindi di “non fare” perché un paziente “è vecchio”, ma di imparare a soppesare in relazione all’età e alle condizioni correlate le procedure terapeutiche affinché siano rispettose della persona e non arrechino danni alla qualità della vita, specie quando ci si avvicina al suo termine.
Programma e informazioni per partecipare al convegno sono disponibili sul sito internet al link https://www.ausl.re.it/comunicazione/congressi/less-more-2-slow-medicine-or-good-medicine. Referente della Segreteria scientifica é il dottor Giuseppe Chesi.