E’ stato firmato oggi a Firenze dai sindaci metropolitani Virginio Merola e Dario Nardella il Protocollo d’intesa triennale tra le Città metropolitane di Bologna e Firenze.
Il “patto” tra Bologna e Firenze parte dalla premessa che sono le uniche Città metropolitane confinanti in Italia, oltre ad essere collegate da una velocissima infrastruttura ferroviaria e da una nuova infrastruttura autostradale che negli ultimi anni hanno ridotto enormemente la distanza tra i due capoluoghi.
Ma i punti che accomunano Bologna e Firenze sono tanti a partire dal fatto che le Regioni Emilia-Romagna e Toscana identificano nei rispettivi sistemi metropolitani gli ambiti territoriali in grado di contribuire in modo decisivo al posizionamento dei propri sistemi tra le regioni europee più avanzate.
A giugno 2017 peraltro, nell’ambito del G7 Ambiente, i due sindaci si erano fortemente impegnati per arrivare alla firma della Carta di Bologna per l’Ambiente che definisce gli impegni delle Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile, siglata alla Rocchetta Mattei simbolo delle strategie di sviluppo dell’Appennino che rappresenta la cerniera e il collegamento strategico tra Firenze e Bologna: tra sistemi ambientali omogenei, valori culturali comuni, eccellenze paesaggistiche, identità storiche condivise.
Il protocollo si concentra su diversi temi specifici a partire da Attrattività, rapporti internazionali e progettazione europea che prevede forme di collaborazione tra Bologna e Firenze per promuovere in modo sinergico il ruolo internazionale delle due città. Le due Città metropolitane inoltre verificheranno la possibilità di realizzare progetti comuni anche con la partecipazione a bandi europei.
Convergenza anche per quello che riguarda la promozione dei due sistemi metropolitani sia per quanto riguarda le relazioni con gli altri sistemi europei e nazionali sia nei rapporti con il Governo a cui verrà proposta una piattaforma comune per garantire autonomia e stabilità finanziaria ai nuovi enti.
La due Città metropolitane attiveranno anche collaborazioni nel campo della pianificazione strategica, a partire dai Piani strategici in via di approvazione e della semplificazione amministrativa.
Un articolo a parte è dedicato a Turismo e cultura: Bologna e Firenze definiranno nei propri piani di sviluppo delle destinazioni turistiche ambiti di integrazione e promozione congiunta e percorsi di valorizzazione dei rispettivi patrimoni culturali, definendo prodotti turistici comuni e attivando forme di confronto sulle modalità di sviluppo delle eccellenze museali.
Una attenzione particolare è riservata all’Appennino porta di accesso ai due sistemi territoriali per il quale si prevedono progetti integrati di promozione ambientale, turistica e culturale e promozione del sistema manifatturiero e della ricerca.
Il Protocollo si occupa infine di Sviluppo sostenibile, Sviluppo economico e innovazione urbana (dallo sviluppo di modelli innovativi capaci di coniugare food e biodiversità ai percorsi per la rigenerazione urbana e degli edifici pubblici) e Innovazione amministrativa (a partire dagli Sportelli Unici per le Attività Produttive).
“Le nostre aree metropolitane non hanno bisogno di confini ma di nuove frontiere ed è per questo che l’Appennino non deve essere più il nostro confine ma la nostra zona di benessere e di offerta turistica – ha spiegato il Sindaco Virginio Merola – su turismo, cultura e ambiente abbiamo l’ambizione di essere un esempio per il paese. Chiediamo anche autonomia finanziaria non per introdurre nuove tasse ma perché questo tema venga affrontato dal Governo nella convinzione che le Città Metropolitane hanno bisogno di risorse da governare in autonomia”.
“Queste due comunità hanno potenzialità enormi – ha aggiunto il vice sindaco metropolitano Daniele Manca presente oggi a Firenze – perché qui c’è una visione dei sistemi metropolitani che non costituiscono confini ma relazioni”.
“E’ stata definita la cornice per un’agenda di lavoro – ha detto il Sindaco della Cittá metropolitana di Firenze Dario Nardella – che tocca molti punti con un obiettivo ambizioso: fare di un’area urbana con poco più di due milioni di abitanti, il baricentro d’Italia; area con una percentuale bassa di disoccupazione, caratterizzata da una grande capacità di export e animata da settori competitivi, e con analogie, come quella tra l’area di Imola rispetto a Bologna e l’Empolese Valdelsa rispetto a Firenze, dal punto di vista delle esperienze di autonomia istituzionale”.