Il Codacons e l’associazione Contribuenti.it contestano fortemente il ritorno della “ganasce fiscali” per i cittadini che non hanno pagato le imposte, ganasce reintrodotte dall’Agenzia delle Entrate con una apposita risoluzione. Le associazioni segnalano l’arrivo, nelle case degli italiani, di una nuova ondata di “ganasce fiscali” riferite al presunto e mancato pagamento dei bolli auto dal 2000 al 2002.

Il 40% di queste cartelle riguarderebbe debiti già pagati, prescritti o inesistenti. Troppo poco il tempo concesso ai cittadini per far valere le proprie ragioni ed evitare il fermo obbligatorio della propria auto: soltanto 20 giorni per presentare ricorso in Commissione Tributaria, insomma una folle corsa contro il tempo. Tempi ristretti che scoraggiano il contribuente all’idea di far valere i propri diritti, a cui si aggiunge un iter burocratico complesso e talvolta costoso. Finchè non verrà varato un regolamento attuativo che stabilisca tra l’altro in modo chiaro l’entità monetaria del debito dal quale far partire i fermi amministrativi, riteniamo illegali le ganasce fiscali, e i contribuenti che verranno colpiti da tale provvedimento potrebbero addirittura contestare le ipotesi di tentativo di estorsione e abuso di atti d’ufficio.

“Un provvedimento come quello del fermo amministrativo – sostiene Carlo Rienzi, Presidente Codacons – deve essere attuato per debiti di importo superiore a 1.500 euro, perché il cittadino non può vedersi bloccata l’auto o la barca per aver dimenticato di pagare magari una sanzione di soli pochi euro”!
La battaglia per un Fisco più giusto va avanti e il Codacons e Contribuenti.it sono pronti con i primi ricorsi che verranno depositati al Tar del Lazio nei prossimi 15 giorni.