consegna-firmeSono state raccolte in pochi mesi più di 3.000 firme in Emilia-Romagna, soprattutto nelle province di Modena e Bologna, a sostegno della petizione popolare indirizzata al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, affinché ogni cittadina/o residente possa inserire il proprio Testamento biologico (dichiarazioni anticipate di volontà sulle cure nel fine vita) nella tessera sanitaria o nel Fascicolo sanitario elettronico.

Il Comitato Articolo 32 per la Libertà di Cura, forte della campagna di sensibilizzazione svolta nei mesi scorsi e delle firme raccolte, chiede perciò al Consiglio regionale di legiferare per consentire alle AUSL territoriali di accogliere le volontà anticipate sulle cure, sia attraverso gli sportelli, sia on line. Si chiede inoltre che alle strutture sanitarie regionali, pubbliche e convenzionate, siano date istruzioni e strumenti per accedere a tali documenti in caso di necessità.

A tutti i capigruppo in Consiglio regionale è stata perciò inviata la proposta con l’auspicio che si possa trasformare presto in disegno di legge.

In assenza di una legge nazionale, il provvedimento regionale è finalizzato a garantire l’esercizio del diritto costituzionale (art.32, 2° comma) all’autodeterminazione della persona nell’accettazione o rifiuto delle cure mediche più appropriate in tutte le fasi della vita, ivi compresa quella terminale, come già previsto dalla regione Friuli Venezia Giulia, fra le prime a legiferare in tal senso.

Le dichiarazioni anticipate di volontà devono essere depositate presso un notaio o presso i registri predisposti dai Comuni (in allegato l’elenco dei comuni emiliano-romagnoli che hanno già predisposto il Registro del Testamento Biologico).

Il “Comitato Articolo 32 per la Libertà di Cura” è formato da diverse associazioni: Arci, Anpi, Associazione Libera Uscita, Auser, Cgil Modena, Federconsumatori, Uaar, Udi e Università per la Libera età Natalia Ginzburg.