40 a 1. Questo il risultato della partita che si giocherà tra lo spumante italiano e lo champagne francese nelle prossime feste di Natale e di fine anno. A trionfare saranno le “bollicine” nazionali che sulle 41 milioni di bottiglie che si venderanno, 40 saranno a loro vantaggio, mentre 1 milione sarà di produzione d’Oltralpe.
In totale per brindare i nostri connazionali spenderanno più di 300 milioni di euro. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale ricorda che il brindisi sarà l’unico a non fare “flop” nel periodo festivo, durante il quale ci sarà invece un’evidenza contrazione dei consumi di prodotti alimentari.
La Cia evidenzia che il 55 per cento delle bottiglie di spumante verrà stappato in famiglia. A prevalere nelle case degli italiani sarà lo spumante dolce (58 percento), seguito da quello classico (7,5 percento) e dallo champagne (2,5 percento). E questo conferma che la qualità delle nostre produzioni continua ad esser una formidabile arma vincente.
Sta di fatto -afferma ancora la Cia- che le “bollicine” made in Italy, nonostante la concorrenza francese, riscuotono sempre di più successo sui mercati internazionali. In Germania, ad esempio, si ha il 25 percento del fatturato di esportazione. Seguono gli Stati Uniti, con il 20 per cento, e la Gran Bretagna, con il 10 per cento. Successo che si evidenzia anche nella stessa Francia, con un risultato pari al 7 per cento.
Per gli altri prodotti alimentari, tradizionali di questo periodo, si registreranno, invece, -secondo la Cia- festività austere. Sulle tavole natalizie si troveranno, infatti, meno frutta, verdure e prodotti tipici (insaccati e formaggi). Rispetto allo scorso anno, nel quale si era già avuta una flessione consumistica, ci sarà un calo nelle vendite di frutta e verdura (18 per cento in meno) di prodotti tipici, Dop e Igp (meno 14 per cento). In particolare, si avranno diminuzioni dell’8 per cento per gli insaccati e i prosciutti e del 10 per cento per i formaggi. Ma anche per gli oli “firmati” la situazione non è migliore. Si annuncia una contrazione dei consumi pari al 6 per cento. Analogamente, le tradizionali lenticchie troveranno meno spazio nei cenoni di fine d’anno (meno 8 per cento).
Sul fronte dei vini, la diminuzione dei consumi -conclude la Cia- sarà meno accentuata (il 5 per cento in meno rispetto allo scorso anno). Durante tutto l’arco delle feste si berranno nei pranzi e nelle cene oltre 160 milioni di bottiglie.