In merito allo sfratto esecutivo avvenuto questa mattina a Sassuolo a scapito di una cittadina, volevo precisare quanto segue;
Il caso di questa famiglia mi è stato segnalato da un’amica circa un mese fa, prontamente mi sono attivata con i servizi sociali per cercare di trovare una soluzione in merito.
Premetto che la famiglia in questione è composta da madre separata con tre figli a carico di cui due minori di 13 e 15 anni, già seguita da tempo dai servizi sociali per problemi economici in cui la famiglia versa da tempo e dal servizio ai minori per problemi di disagio in cui riversano i figli.
Ho assistito personalmente accompagnando la signora a ben quattro incontri, tre con i servizi sociali ed uno con il servizio ai minori.
Nell’ultimo incontro, visto il ristretto tempo per reperire un alloggio in virtù dello sfratto imminente, avevamo proposto un accordo con il proprietario per sanare la situazione pregressa e garantendo le mensilità correnti e future, quest’ultime, naturalmente, con il contributo del Comune di Sassuolo.
Nel complesso il debito contratto dalla famiglia verso il proprietario è poco più di 4.000 euro e il canone di affitto ammonta a 500 euro mensili.
La proposta era quella di dividere equamente le spese del canone di affitto tra il comune e la Signora Paola (250 euro a testa), e un piano di rientro di 100 euro al mese da dividere equamente fra la famiglia e un comitato da me presieduto, lo stesso comitato si faceva carico delle spese delle utenze fino a che la signora era in grado (circa un anno) di garantire autonomamente tale spesa.
Le sole condizioni poste dal proprietario erano quelle di una garanzia da parte del Comune di Sassuolo, il quale risponde nella mattinata di ieri dicendo: “ l’ente non si può fare carico di un progetto a così lungo termine”.
Il resto della storia è riportato dalla stampa locale in queste ore.
Ad oggi la famiglia ha trovato alloggio con pernottamento e colazione, presso l’Hotel Giardini a Formigine, dove sono ospitati anche i profughi; tale soluzione trovata dal Comune di Sassuolo, porta difficoltà oggettive alla famiglia: dalla cena e pranzo allo spostamento per i minori verso la scuola ecc…; contando che tutto questo ha comunque un costo da parte dell’ente.
Credo che questa triste cronistoria parli da sola e non voglio aggiungere altro se non che: in una città che punta ad ospitare 50.000 persone per l’Expò e che spende 38.000 euro per i “cessi” pubblici, non si riesca a reperire 250 euro mensili per un anno.
Che vergogna.
Franca Cerverizzo
Siamo Sassuolo