“Saremo al fianco dell’Assessore alla Programmazione territoriale e all’Urbanistica, Alfredo Peri, per definire i contenuti della proposta di legge sulla riduzione del consumo di suolo prima dell’avvio delle consultazioni istituzionali per l’approvazione della nuova legge: Confagricoltura Emilia Romagna rimarca da tempo l’improrogabilità di un piano nazionale per ridurre il consumo di suolo che contrasti l’urbanizzazione selvaggia e promuova la valorizzazione delle aree agricole” – sono le parole del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, a margine della riunione preliminare, convocata dall’Assessorato alla Programmazione Territoriale e all’Urbanistica della Regione E.R. per valutare i contenuti della proposta di legge sulla “Riduzione del consumo di suolo, riuso del suolo edificato e tutela delle aree agricole” al fine di licenziare il testo entro gennaio 2014, prima dell’avvio dell’iter istituzionale previsto per l’approvazione.

“Una rete viaria sovradimensionata e atta a inseguire insediamenti residenziali e produttivi mal programmati, ha determinato negli anni – precisa Garagnani – danni incalcolabili all’equilibrio antropico soprattutto per la componente agricola: sminuzzamento della proprietà con creazione di reliquati incoltivabili e abbandonati; impermeabilizzazione delle aree di ricostituzione delle falde sotterranee; danneggiamento del reticolo di scolo senza alcun rispetto per l’equilibrio raggiunto nei secoli e, infine, in termini più generali, la continua sottomissione dell’agricoltura alle altrui necessità.

“Auspichiamo pertanto che nell’attuale proposta di legge sia specificato che l’attività agricola “sostenibile” è solo quella prevista dal codice civile nel pieno rispetto del principio di condizionalità; sia fissato un limite annuo di consumo del territorio da rispettare anche nella realizzazione delle opere pubbliche e, infine, che i terreni agricoli recentemente riclassificati come edificabili – ma sui quali non è mai stata realizzata alcuna opera causa le attuali criticità economiche – possano tornare all’individuazione originaria” – ha concluso il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna.