Li hanno pizzicati come si dice, con le mani nel sacco. Finisce male per due giovanissimi ragazzi, di cui un minore, la trasferta dell’altro pomeriggio in una piscina della Va d’Enza. Tra un tuffo e l’altro avevano rubato fra gli oggetti dei bagnanti impossessandosi di un costoso cellulare. Non gli era bastato entrare gratis scavalcando la recinzione e fingendosi clienti. Da bravi portoghesi dopo alcuni tuffi i 2 ragazzi si sono improvvisati ladri facendo razzia degli effetti personali che un bagnante avevano lasciato sopra l’asciugamano per concedersi un tuffo. Tutto sembrava essere filato liscio sin quando lo steso derubato accortosi dei furti allertava bagnini e i dipendenti della piscina che, lanciato l’allarme ai Carabinieri, si attivavano immediatamente per individuare i ladri.
I sospetti ricadevano su 2 ragazzi risultati essere entrati scavalcando la recinzione della piscina in quanto precedentemente notati proprio nei pressi degli effetti del derubato. Grazie alla collaborazione dei bagnini e dei dipendenti della piscina i carabinieri d di San Polo d’Enza prendevano i consegna i due “sospetti” che dopo le prime reticenze ammettevano le loro responsabilità conducendo i carabinieri dove avevano nascosto il cellulare rubato, un costoso smartphone, che veniva quindi recuperato e restituito al derubato. I 2 giovani venivano condotti in caserma dove identificati in un 17enne e un 18enne di Bibbiano venivano denunciati alla Procura dei Minori di Bologna e a quella ordinaria di Reggio Emilia con l’accusa di furto aggravato in concorso. Dall’inizio dell’estate si tratta della seconda baby gang delle piscine assicurata alla giustizia dai Carabinieri in un fenomeno che quest’estate sta vedendo i giovani incensurati macchiarsi la fedina penale rendendosi responsabili di furto pur di essere ai passi con i tempi ed avere quindi i tanti ambiti smartphone che a ragione, vuoi anche la crisi, non sempre riescono ad ottenere dalle famiglie.