Annalisa Silavanini, Giovane studiosa del Dipartimento di Scienze degli Alimenti premiata nell’ambito del premio “Donne, imprenditoria e sostenibilità: quale sfide per il nuovo millennio?” istituito dal Zonta Club di Reggio Emilia, organizzazione senza scopo di lucro con il fine istituzionale di migliorare lo status legale, politico ed economico della donna.
Il premio per l’innovazione e la ricerca svolta da donne negli ospedali, nelle università nei centri di ricerca e nelle organizzazioni imprenditoriali presenti sul territorio, quest’anno è andato alla Dr.ssa Annalisa Silvanini, del Dipartimento di Scienze degli Alimenti di questo Ateneo.
Alla Dr.ssa Silvanini – nella cerimonia tenutasi il 4 giugno scorso presso il Liceo Artistico Statale d’Arte Gaetano Chierici di Reggio Emilia – è stato riconosciuto l’impegno assunto nell’ambito del progetto “HoPS: Hop Production Services” incentrato sulla valutazione della biodiversità e la selezione di varietà italiane di luppolo per la birrificazione a Marano sul Panaro.
HoPS è un progetto del Dipartimento di Scienze degli Alimenti promosso dal Consorzio Spinner 2013 “Persone al futuro” – Formazione d’Impresa (Finanziato dalla Regione Emilia Romagna e dall’Unione Europea) e finanziato dal Comune di Marano sul Panaro (Modena).
L’ obiettivo del progetto è la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità locale al fine di riprendere a Marano la coltivazione del luppolo che storicamente le appartiene e di sviluppare opportunità economiche legate alla coltura di questa specie, ingrediente essenziale nella produzione della birra.
Allo stato attuale le piante stanno crescendo e l’Università di Parma conta di effettuare un primo screening della qualità della produzione in autunno, ma le premesse ci fanno ben sperare sui risultati perseguibili dal progetto.
In Italia il luppolo, che è spontaneo su tutto il territorio nazionale, ha buone potenzialità di sviluppo in quanto vi è un crescente interesse per la produzione di birre ottenute da materia prima locale. Lo scopo della ricerca è stato quello di studiare diversi genotipi di luppolo italiani, valutandone la biodiversità, per poter poi selezionare le accessioni maggiormente apprezzabili dal punto di vista della burrificazione di qualità.
A tale scopo sono stati raccolti 69 rizomi di luppolo da piante reperite in ambienti naturali nelle regioni Emilia Romagna (56), Lombardia (6), Veneto (4) e Toscana (3). Questi sono stati poi utilizzati per la propagazione in vaso; successivamente a radicazione e germogliamento, i luppoli sono stati messi a dimora definitiva in un campo collezione a Marano sul Panaro.
Sono stati quindi identificati 61 genotipi con cui è stato possibile costruire una banca dati con i profili genetici delle accessioni analizzate.