L’Emilia-Romagna si conferma la terza regione italiana per il valore delle esportazioni, quantificabili in quasi 50 miliardi di euro (+1,5 miliardi circa rispetto all’anno precedente). La principale esportatrice resta la Lombardia, con quasi 110 miliardi di euro, segue il Veneto con soli 1,7 miliardi di export più dell’Emilia-Romagna (differenza diminuita di mezzo miliardo nell’ultimo anno).
Rispetto al 2011 l’export della gran parte delle regioni italiane ha continuato la ripresa iniziata negli anni precedenti.
L’Emilia-Romagna ha visto i propri scambi commerciali in uscita aumentare di oltre il 3% rispetto ai massimi raggiunti nel 2011, una crescita lievemente inferiore alla media nazionale (+3,7%).
La nostra regione si colloca in 10^ posizione nella graduatoria delle variazioni percentuali dell’export regionale rispetto al 2011.
Export pro capite: l’Emilia-Romagna guida la graduatoria
L’export pro capite vede la nostra regione, con quasi 11.500 euro di merce esportati per abitante*, piazzarsi come prima regione italiana. Tutte le regioni settentrionali, ad eccezione della Valle d’Aosta e della Liguria, si collocano al di sopra della media nazionale, pari a circa 6.500 euro. La graduatoria è chiusa dalla Calabria, le cui esportazioni per abitante non raggiungono i 200 euro.
Dall’evoluzione nel tempo dei valori nominali delle merci esportate si nota come la buona crescita iniziata nel biennio 2010-2011 sia proseguita nel corso del 2012 sebbene in misura meno accentuata; il valore delle esportazioni di aziende della provincia di Bologna si è portato a livelli superiori a quelli raggiunti nella fase di espansione (2007-2008).
E’ stato così recuperato integralmente il calo avvenuto dopo l’inizio della crisi economica e si è toccato nell’ultimo anno il massimo storico.
Nel 2012 export provinciale in aumento del 2,1%
Nel 2012 le esportazioni della provincia di Bologna sono aumentate del +2,1%, valore nettamente inferiore a quelli particolarmente elevati del 2011 e del 2010; l’incremento provinciale è più contenuto sia della media regionale (+3,1%), che di quella nazionale (+3,7%).
Per il terzo anno consecutivo le variazioni sono positive; i problemi per l’export iniziati nel corso del 2008 e avvertiti con maggior intensità nel 2009 (quando il calo delle esportazioni è stato del 25%), paiono superati, malgrado l’economia bolognese soffra ancora per gli effetti della crisi economica tuttora in corso.
Bologna ancora 6^ per valore complessivo delle esportazioni
Bologna si conferma la 6^ provincia italiana per valore delle esportazioni. Milano è prima, con grande distacco, seguita da Torino e da altre 3 province del nord Italia (2 lombarde e 1 veneta).
Tra le prime venti province esportatrici 15 si trovano nel Nord Italia, 3 sono nel Centro (nell’ordine Roma, Arezzo e Firenze) e solo 2 nell’Italia meridionale (Siracusa e Cagliari).
Export pro capite: a Bologna circa 11.500 euro
La graduatoria dell’export pro capite a livello provinciale è guidata dalla provincia di Arezzo, con un valore pro capite delle esportazioni prossimo ai 26 mila euro.
La provincia di Bologna, con quasi 11.500 euro esportati per ciascun residente, si conferma in 14^ posizione, alle spalle di altre tre province della regione: Reggio Emilia (4^), Modena (5^) e Parma (10^). In 18^ posizione si colloca Piacenza
Bologna leader nell’export regionale anche per il 2012
Anche nel 2012 Bologna è leader tra le province dell’Emilia-Romagna per valore delle merci esportate.
La seconda classificata si conferma Modena, con un distacco di circa 800 milioni di euro; questo divario si è ridotto di circa 100 milioni rispetto al dato del 2011.
Le altre posizioni di questa graduatoria, che vede in terza posizione Reggio Emilia e agli ultimi due posti Ferrara e Rimini, sono tutte confermate salvo l’inversione tra Piacenza e Forlì Cesena, grazie all’exploit dell’export piacentino.
Elevato il valore delle importazioni nella nostra regione
L’Emilia-Romagna si conferma tra le prime regioni italiane anche per il valore delle importazioni, con oltre 28 miliardi di euro di merci importate. Come per le esportazioni anche per l’import la Lombardia detiene il primato, con quasi 115 miliardi di euro.
In seconda e terza posizione si confermano il Veneto e il Lazio.
Chiudono la graduatoria la Basilicata, la Calabria, il Molise e la Valle d’Aosta, che complessivamente hanno importato merci per meno di 2 miliardi di euro.
Importazioni pro capite: Emilia-Romagna 4^
L’Emilia-Romagna è la 4^ regione italiana per il valore delle importazioni pro capite, con circa 6.500 euro di merci importate per ciascun residente. La Lombardia si conferma regione guida, con quasi 12.000 euro pro capite.
In seconda e terza posizione si trovano il Veneto e la Liguria.
Questa graduatoria è chiusa dalla Basilicata, dal Molise e dalla Calabria, quest’ultima con meno di 300 euro di merce importata per abitante.
Le importazioni bolognesi in calo
Il 2012 ha visto una fase regressiva nel trend delle importazioni bolognesi, con un calo che ha portato il valore delle merci importate in provincia di Bologna a circa 6 miliardi di euro, oltre 700 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente, quando si era raggiunto il massimo storico con 6,7 miliardi di euro.
A parte il dato del 2009, fortemente influenzato dalla fase iniziale della crisi, il valore del 2012 è il più basso a partire dal 2007.
Importazioni: in provincia -11,1%
Nel 2012 il calo dell’import della provincia di Bologna (-11,1%) è stato più elevato di oltre cinque punti percentuali rispetto sia al trend regionale (-5,4%) che a quello nazionale (-5,6%).
A parte il dato del 2009, quando la variazione percentuale negativa era stata circa il doppio dell’attuale, si tratta del calo più forte registrato a partire dal 2004.
Graduatoria delle importazioni: Bologna scende di un’ulteriore posizione
Bologna è la 14^ provincia italiana per valore delle importazioni. Rispetto alla graduatoria del 2011, il nostro capoluogo è sceso di un’altra posizione e si trova alle spalle di Milano, Roma, Torino, di altre 5 province del Nord Italia, di 1 del Centro, di 3 del Sud e della voce “province diverse e non specificate”, che include le merci per cui non è possibile stabilire la regione di destinazione e quelle solo in “transito” sul territorio nazionale ma destinate ad altri Paesi UE.