Dopo una lunga fase di crescita, durata più di 20 anni, le cooperative sociali stanno ora vivendo una fase di blocco dello sviluppo causata dalla crisi dei finanziamenti pubblici, ma ciò nonostante molte di loro continuano ad innovare con risvolti decisamente importanti anche in questo momento di grandi difficoltà: è quanto evidenziano i dati dell’indagine Euricse sull’innovazione della cooperazione sociale in Italia presentati da Luca Fazzi del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento al convegno su “Innovazione, welfare cooperativo e rete dei servizi” organizzato a Bologna dalla Confcooperative provinciale.

Molteplici, secondo Fazzi, i modelli di innovazione individuabili nel mondo della cooperazione sociale. Prima di tutto quella “espansiva”, realizzata da imprese di grandi dimensioni: una forma di cooperazione che sviluppa strategie di espansione di tipo concorrenziale a livello regionale o addirittura nazionale. “Un secondo tipo di innovazione – ha proseguito Fazzi – è volta alla razionalizzazione e al miglioramento del processo produttivo sotto il profilo della qualità dei servizima più spesso della sostenibilità economica.Un terzo tipo di innovazione, che potremmo chiamare ‘evolutiva’, sostiene uno sviluppo dei servizi congruente con l’evoluzione dei bisogni”.

“L’ultima tipologia di innovazione – ha concluso Fazzi – è quella totale, che implica la sperimentazione di nuovi modi di lavorare e organizzare i servizi fornendo risposte ai bisogni prima non considerati ed ampliando le sfere del welfare”.

Passando dalla teoria alla pratica, Oreste De Pietro, di Confcooperative Bologna, nel corso del seminario ha presentato alcune concrete esperienze innovative realizzate sul territorio per promuovere e mettere in rete le iniziative rivolte principalmente a soci e lavoratori. “Il welfare aziendale cooperativo – ha ricordato De Pietro – propone tra l’altro coperture sanitarie, servizi socio-assistenziali, agevolazioni nell’accesso al credito, polizze assicurative, il tuttonell’ambito di un progetto finalizzato a creareun sistema mutualistico regionale ampio e articolato, basato sulla valorizzazione delle risorse del territorio”. “Per poter essere motore dello sviluppo – ha concluso De Pietro – il welfare deve saper rispondere ai nuovi bisogni in modo flessibile econ servizi di prossimità che connotano l’approccio della cooperazione in questo importante settore”.