Le tartarughe spiaggiate dal 1° gennaio 2012 sino ad oggi sulle coste dell’Emilia-Romagna sono state 73, di cui 21 vive e 52 morte e il numero complessivo raddoppia se si considerano quelle arrivate sulle spiagge delle Marche. I numeri sono resi noti dall’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda che, rispondendo all’interrogazione del consigliere Pdl Mauro Malaguti, ricorda che nel corso dell’anno si sono verificate due situazioni anomale: la prima dal 10 al 20 febbraio scorsi quando, in occasione dell’improvviso gelo, si sono spiaggiate 16 tartarughe in ipotermia (tutte ricoverate e riabilitate) e la seconda con le forti mareggiate del 23 e 24 luglio che hanno provocato lo spiaggiamento e la morte di sette tartarughe di piccola taglia.

“Si tratta di fenomeni ricorrenti”, sottolinea Freda rispondendo alla richiesta del consigliere di verificare sugli esemplari ritrovati ai lidi comacchiesi la reale causa dei decessi. L’assessore, spiega che “per quanto riguarda l’elevato numero di tartarughe recuperato nell’estate del 2009 (non 2010) sulle coste del medio/alto Adriatico, si trattava invece di esemplari di piccola taglia, tutte magre e piene di parassiti. La loro sindrome (DTS-Debilitated Turtle Syndrome) era già stata riscontrata negli Stati Uniti, in Florida e Georgia, ma mai nelle acque italiane. L’elevata mortalità è stata determinata dall’eccessiva debilitazione”.

L’assessore, infine, ricorda che il 31 luglio scorso si è costituita la Rete regionale per la Conservazione e la Tutela delle Tartarughe marine, che unisce la Regione, le Province costiere dell’Emilia-Romagna, l’Università di Bologna, l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, la Direzione marittima di Ravenna per le capitanerie di porto di Ravenna, Rimini e Porto Garibaldi, il Corpo Forestale dello Stato, Arpa Daphne, e le diverse fondazioni impegnate nella tutela dell’ambiente, come la Fondazione Cetacea, il Centro ricerche marine di Cesenatico e l’associazione Archè.

Si tratta di un nuovo strumento di tutela della biodiversità nel Mare Adriatico che si occuperà a breve anche di realizzare materiali necessari al coinvolgimento positivo di categorie e cittadini nell’opera di salvaguardia ambientale. In caso di avvistamento o ritrovamento di tartarughe marine, in ogni caso, i numeri di telefono da chiamare sono o il numero di riferimento del Comando della Capitaneria di Porto locale o lo 0541/691557 che è il numero della Fondazione Cetacea, Ospedale delle Tartarughe di Riccione. “È opportuno però segnalare – conclude l’assessore Freda – che non sempre una tartaruga che galleggia in mare è in difficoltà. Spesso sta solo riposando e non è quindi né necessario né opportuno infastidirla. Per questo motivo, se non si è in presenza di evidenti problemi, è meglio aspettare prima di intervenire”.