Dure conseguenze per il commercio anche a San Prospero. Gli eventi sismici del maggio scorso, rendendo di fatto inagibili una serie di edifici centrali al paese, hanno costretto una ventina di operatori – la maggioranza delle attività presenti lungo la strada Statale 12 – alla chiusura forzata. Qualcuno ora ha riaperto, arrangiandosi come ha potuto con soluzioni di fortuna. Ma quello che era il cuore commerciale di questo comune della Bassa oggi non esiste più. “L’unica strada percorribile a questo punto è quella di fare ogni sforzo possibile per fare riaprire le imprese – dichiara Confesercenti – Si da futuro al commercio e al paese solamente però, individuando una soluzione che sia in grado di farle ripartire dal suo centro, pena la perdita di un patrimonio fondamentale”.
La soluzione più plausibile dunque, date le gravi condizioni in cui versano gli edifici ai lati del Canaletto, è la realizzazione di un polo – container o piccole strutture in legno – in cui trasferire temporaneamente le attività commerciali. “Considerando che un’opzione del genere qualora fosse adottata in un’area lontana da dove oggi si trovano i negozi, rischierebbe di affossare il commercio a San Prospero in modo definitivo, perché quindi non pensare di realizzare questo polo nei pressi del centro del paese?”, propone Confesercenti indicando come luogo più adatto a questo tipo di insediamento la zona compresa tra il municipio e il distributore di carburante, parallela alla Statale e di fronte a villa Tusini.
“Le dimensioni dell’area – aggiunge l’Associazione imprenditoriale – sarebbero in grado di contenere un polo del commercio e dei servizi provvisorio in cui collocare quelle venti attività oggi con seri problemi di riapertura a causa del terremoto e attualmente impossibilitate a lavorare o a farlo in modo precario. Offrendo loro così la possibilità di continuare ad operare nel centro del paese appena poco distante da dove sono sempre state collocate. La creazione di questo agglomerato commerciale inoltre limiterebbe i disagi ai cittadini in quanto non sarebbero costretti a mutare le loro abitudini. Senza considerare poi data l’ampiezza dell’area in questione, l’eventualità di collocare su parte della stessa anche il mercato settimanale del sabato. Tutto andrebbe nella direzione di restituire una parvenza di normalità al paese”.
“E’ nostro auspicio dunque che l’amministrazione comunale si attivi in tale direzione, provvedendo alla relativa urbanizzazione dell’area in quanto il costo verrebbe sostenuto dalla Regione. Tale struttura poi – conclude Confesercenti – una volta rientrate tutte le attività nelle loro sedi originarie e terminata l’emergenza, rimarrebbe al Comune per una sua riconversione in spazi ad utilizzo, culturale, ricreativo, ma sempre pubblico”.