Nella serata di ieri, 27 giugno, presso la sede della Regione Emilia Romagna, è stato sottoscritto il protocollo sulla legalità per la ricostruzione delle zone terremotate tra tutte le parti sociali: Regione, comuni e province, organi di vigilanza, Ministero dell’interno, Abi, ordini e collegi professionali, Inps, Inail.
Il protocollo rappresenta un presidio importante contro la penetrazione della criminalità organizzata nei nostri territori nella gestione dello smaltimento delle macerie e delle attività di ricostruzione. Gli sciacalli, che si presentano nelle zone terremotate con un pacchetto “tutto compreso” a prezzi irrisori per gestire il dopo terremoto, trovano nelle misure concordate un fronte comune che impedirà loro di radicarsi in Emilia Romagna.
Gli appalti e sub-appalti pubblici e privati per la ricostruzione dovranno attenersi alla certificazione antimafia, alla congruità della manodopera nei cantieri, all’applicazione dei contratti nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative, alla regolarità contributiva e fiscale e non potranno essere concessi al massimo ribasso.
La Cgil Emilia Romagna considera questi vincoli una buona base di partenza per affrontare immediatamente un piano di ricostruzione in grado di rappresentare anche un nuovo modello di sviluppo.
Nel futuro delle zone terremotate e dell’intera Emilia Romagna non c’è cittadinanza per la mafia, per il lavoro irregolare, per l’usura, per i comportamenti illegali.
Resta ancora molto da fare, ma da subito deve essere reso operativo il protocollo che, unitamente alle altre intese raggiunte nelle scorse settimane, assume il significato di un futuro possibile per un territorio martoriato dall’evento simico.