Incontro con i parenti delle vittime a Palazzo d’Accursio. Merola “Faremo la nostra parte affinché la memoria possa rimanere vivida in noi e continueremo a mettere in campo tutte quelle azioni necessarie, affinché anche le giovani generazioni siano sensibilizzate e possano sapere cosa è accaduto”. Il sindaco di Palermo Orlando: “Siamo qui a chiedere verità e giustizia”.
Sindaco di Bologna, Virginio Merola, questa mattina nella Sala del Consiglio comunale di Bologna in occasione della cerimonia per il XXXII anniversario della strage di Ustica.
“Cari familiari, cara Presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, Signor Prefetto, Signor Questore, Signor presidente dell’Assemblea regionale, autorità civili e militari, caro sindaco di Palermo, Sono trascorsi 32 anni dalla Strage di Ustica. E noi ancora qui, in quest’Aula del Consiglio comunale, con sempre più iniziative, vogliamo ricordare questo anniversario con la stessa richiesta di fondo che ci unisce: verità e giustizia! Sono tante le stragi e gli attentati che nel nostro Paese come sappiamo attendono, a distanza di anni, di sapere cosa realmente sia accaduto. Il ‘perché’, il ‘chi è stato’ e la domanda che da troppo tempo stiamo facendo in modo attivo, e che forse è la più odiosa per tutti noi: ‘qual è il motivo di tutti questi silenzi, di questa ostinata resistenza?. Il punto fermo che abbiamo ormai messo da tempo: sopra i cieli di Ustica, la sera del 27 giugno 1980, c’è stato un conflitto. Altre tesi fanno parte di polemiche sterili da rigettare al mittente che rischiano solo di farci perdere tempo nella dura e tortuosa strada che deve portare alla verità. Da troppo tempo sappiamo, in particolare i familiari delle vittime, che è ora di sapere perché quell’aereo che trasportava civili è stato abbattuto. Lo dobbiamo alla memoria delle vittime, di chi quella sera ha perso la vita, e lo dobbiamo a voi, parenti delle vittime.
Vedete, è molto importante che oggi sia qui con noi Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo. La sua presenza significa che l’Italia non ha dimenticato e non vuole dimenticare, e che unendo le voci delle nostre due importanti città potremmo far arrivare forte la richiesta al Governo nazionale e agli Stati europei di adoperarsi fino in fondo affinché tutti i tasselli di questa tragica vicenda siano posizionati al posto giusto. La Strage di Ustica non è un fatto solo italiano, lo sappiamo bene tutti. Ha ragione il Sindaco di Palermo, dell’Europa democratica e unica che vogliamo la verità su Ustica è un banco di prova decisivo. Dopo la caduta di Gheddafi, in Libia, il nostro primo pensiero è andato ai parenti delle vittime della strage. Finalmente, dopo anni di silenzi, noi tutti abbiamo immaginato che si sarebbe potuto aprire uno spiraglio che ci avrebbe ricondotto a nuovi elementi. Invece, per ora, non c’è stato consegnato nessun elemento di novità. Daria Bonfietti ci ha ricordato che in Libia ‘sarebbero stati trovati documenti utili a far luce, ma per il momento non è stato rivelato nulla’. E questo pesa nel giudizio che diamo sulla possibilità di una effettiva liberazione democratica di quel Paese, con cui molto abbiamo a che fare per le storie comuni. Ma non è solo dalla Libia che attendiamo passi avanti. Anche Inghilterra, Francia, Germania e Belgio devono rispondere alle rogatorie internazionali avviate dai magistrati italiani per fare completa luce sulla strage.
Mi associo quindi alla richiesta dell’Associazione dei familiari delle vittime nel chiedere al Governo nazionale di fare il possibile affinché dai Paesi europei interessati arrivi una chiara risposta alle rogatorie. Oggi, cara presidente, hai voluto ricordare il modo peculiare di Bologna nel sostegno alle vittime delle stragi e alla loro battaglia per la verità storica e giudiziaria, e di questo ti ringrazio. E ci hai ricordato nel tuo intervento l’esigenza di ritrovare la dignità nazionale nel rapporto con altri Stati quando è in gioco la verità e l’affermazione di princìpi e valori non trattabili, non piegabili alla ragione di Stato e a valutazioni di opportunità esclusivamente economiche o diplomatiche.
Questo è il nostro impegno, Daria. Sul tema della verità e dei diritti umani il Comune di Bologna non è disponibile a subire passivamente condizionamenti e ingerenze di alcun tipo. E questo chiede al Governo nazionale, e con questa determinazione appoggeremo le iniziative dell’Associazione.
Sono grato all’Associazione Parenti delle vittime per avere realizzato un portale web con l’archivio dei materiali della strage di Ustica. L’intero patrimonio dell’archivio, che conta le relazioni delle commissioni parlamentari, gli atti giudiziari, le perizie, le fotografie, le trasmissioni televisive e gli articoli dei giornali, e tanti altri documenti, è stato digitalizzato ed è consultabile online. E’ un archivio con tutta la documentazione raccolta nel corso degli anni ed è fondamentale per non disperdere quel filo che tiene unito il ricordo alla richiesta di verità, e rigettare l’ipotesi che la rimozione, l’oblio cancelli dalle menti delle generazioni future questa triste e vergognosa pagina di storia d’Italia.
Faremo la nostra parte affinché la memoria possa rimanere vivida in noi e continueremo a mettere in campo tutte quelle azioni necessarie, con iniziative come quella annunciata, con una rete dal basso delle istituzioni democratiche, affinché anche le giovani generazioni siano sensibilizzate e, pur non avendo vissuto in prima persona la strage di Ustica, possano sapere cosa è accaduto, e anche loro si uniscano al coro dei tanti che chiedono verità e giustizia.
Per questo, oggi, davanti a voi familiari, il Comune di Bologna e di Palermo rinnovano un patto e un impegno”.
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Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Signora Presidente del Consiglio comunale, signor Sindaco, carissima Daria, signor Prefetto, signor Questore, autorità tutte, è una profonda emozione essere qui presente ma è un’emozione che nasce nel rivedere i volti dei familiari che in questi anni hanno continuato a testimoniare verità e giustizia, le lacrime talvolta si asciugano ma rimane intatto il dolore, esattamente come tanti anni fa. Trentadue anni sono passati ed è una profonda emozione per me ritornare in questa sala del Consiglio comunale da Sindaco della città, essendo stato Sindaco l’ultima volta all’indomani di quel 1999 quando sembrava che il giudice Priore avesse aperto uno spiraglio possibile per una verità difficile da raggiungere.
Il mio essere qui è un modo per testimoniare la solidarietà della città di Palermo, che ho l’onore di rappresentare, della città di Bologna, a tutti voi, di dire la nostra gratitudine per il vostro esser testimoni di valori di cittadinanza, “testimoni capaci di trasformare – come diceva la presidente del Consiglio comunale – un lutto privato che non sarà mai consolato in una azione civile” che vale a mandare alcuni semplici messaggi tanto semplici quanto duri da sopportare per la loro semplicità e incomprensibilità della loro violazione perché più è complesso il messaggio più è facile da sopportare, più è semplice il messaggio più è pesante e penoso il sopportarlo. Stiamo parlando di verità e giustizia, stiamo parlando del dolore delle persone, stiamo parlando del senso dell’esistenza degli Stati. Gli Stati nascono per garantire i diritti dei cittadini, gli Stati nascono per garantire verità e giustizia, la vicenda di Ustica pesa come un macigno sul senso stesso degli Stati. Pesa come macigno, se è vero come è vero, che sono proprio gli stati che dovrebbero assicurare verità e giustizia, gli ostacoli e i muri di gomma che impediscono l’accertamento della verità e della giustizia. E penso al muro di gomma costituito dallo stato libico, penso al muro di gomma costituito dallo stato italiano dallo stato belga, tedesco, britannico e sopratutto francese. Penso a questi muri di gomma e faccio una semplice riflessione: la Libia dice che si è liberata, sta vivendo una stagione di liberazione da un vecchio regime però ancora rimane questa cappa di silenzio e di mistero che si trasforma in impunità. Mi colpisce molto, ci colpisce molto la posizione della Libia ma se mi consentite quello che ci indigna e ci scandalizza è la posizione di paesi che si dicono europei. Che ci sta a fare l’Unione europea se gli stati di questa straordinaria intuizione profetica diventano fra di loro, nei loro rapporti ostacoli all’accertamento dei diritti di verità e giustizia; è la stessa obiezione formale presentata all’iniziativa parlamentare che si collegava anche alla petizione popolare, che era in qualche modo da fondamento della presa di posizione, la dice lunga non sulla fondatezza o meno dell’obiezione – non entro nel merito della questione – ma sulla incomprensibilità che una ragione formale impedisca alle istituzioni europee di svolgere il proprio ruolo troppo miseramente ridotto in maniera subalterna agli interessi delle banche, scusatemi ma credo che sia questo il senso vero dell’indignazione di chi è cittadino e vuole essere cittadino di questa Europa, ecco la ragione per la quale con l’appello del Capo dello Stato e la sensibilità del Presidente del Consiglio dei ministri noi dobbiamo augurarci, abbiamo il dovere di credere che saranno uno strumento utile per portare nelle sedi internazionali almeno in quelle europee e in quelle bilaterali con la Libia con la quale ci sono nuovi rapporti per apporre ai primi temi della normalità del confronto, il tema dell’accertamento della verità e della giustizia perché noi certamente, Daria, ci incontreremo ogni 27 giugno, finquando saremo capaci di incontrarci, ci incontreremo ogni 27 giungo e questo credo che sia l’impegno che possiamo assumerci. Ci siamo incontrati quando ero sindaco, adesso ci incontriamo nuovamente da sindaco ma non cambio la sostanza del bisogno di verità e giustizia. Voglio esprimere il mio chiaro apprezzamento per l’iniziativa del consiglio comunale di Bologna che ha voluto in ogni modo costruire la memoria delle stragi del nostro paese, questa memoria delle stragi che vedrà sono certo coinvolto il nuovo consiglio comunale di Palermo che si insedierà il 9 di luglio e quindi io trasmetterò questa istanza alla presidente del consiglio comunale di Palermo rilevando che è la prima volta da quando sono stato eletto che entro in un palazzo comunale. E temo che per lungo tempo sarà l’ultima volta, perché gli impegni della mia tormentata e bellissima città non mi consentiranno certamente di frequentare luoghi diversi dagli scantinati del Palazzo comunale di Palermo e poi dell’ufficio del sindaco di Palermo.
Questo lo dico perché certamente sarà un momento importante quando potremo organizzare nel palazzo comunale di Palermo la mostra allestita dal consiglio comunale di Bologna e in quella occasione credo che sia necessario a ricordo i quello che ci stiamo dicendo, intitolare uno spazio della città al 27 di giugno perché quella data resti impressa al di la’ dei nostri ruoli politici, che sono contingenti e al di la’ delle nostre stesse vite che sono anche esse contingenti.
Io vi ringrazio per avermi consentito di avermi qua, ringrazio Daria per aver insistito m non perché io non fossi convinto ma perché appena eletto è scattato attorno a me una specie di cortina di protezione per cui era difficile contattarmi, poi quando ho saputo che invece era Daria che cercava di contattarmi per invitarmi a venire evidentemente la cortina si è aperta, il muro di gomma si è rotto subito. Ecco la ragione per cui sono qui presente e vi ringrazio.