Il Consiglio comunale di Carpi, dopo la pausa forzata dovuta al sisma del 20-29 maggio scorso, si è ritrovato per la prima volta ieri, 25 giugno. In questa occasione è stata approvata (all’unanimità) una delibera di modifica al Regolamento edilizio comunale (con relativo allegato) che consente di semplificare l’iter burocratico per l’installazione di moduli abitativi provvisori e la delocalizzazione temporanea delle attività produttive dopo il terremoto.

“Questa modifica – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Simone Tosi presentando il provvedimento in aula – ha il fine di agevolare il ritorno alle abitazioni private e l’avvio dei processi di ripristino delle aziende interessate dalle scosse. Già i nostri uffici hanno ricevuto diverse richieste, anche da residenti di comuni vicini. Tra Fossoli e Cortile almeno il 50% delle case e dei fabbricati rurali è crollato e la restante parte ha subito danni. In futuro dovremo poi provvedere a modificare il Regolamento edilizio comunale e gli stessi strumenti urbanistici visto che il nostro territorio, ormai è chiaro, è zona sismica. Stiamo tra l’altro coordinando questi provvedimenti anche con gli altri comuni delle Terre d’Argine e non va sottovalutato il fatto che per i prossimi anni i nostri uffici tecnici dovranno sobbarcarsi una grande mole di lavoro: servirà dunque un loro potenziamento per dare risposte celeri ai cittadini e alle aziende…”

Il provvedimento (immediatamente eseguibile) prevede che i proprietari di un immobile dichiarato inagibile possano collocare su un’area di loro proprietà o di loro disponibilità moduli abitativi provvisori (casette in legno, ‘hangar’ per attrezzi e mezzi o animali, container) previa presentazione di una semplice comunicazione d’inizio lavori in carta libera. Questa consentirà di avere 180 giorni di tempo per presentare un’autorizzazione edilizia per l’esecuzione dei lavori all’immobile inagibile e altri 30 per rimuovere il modulo temporaneo. Sono previste poi deroghe alle disposizioni vigenti per la collocazione totale e parziale in altre sedi di attività economiche produttive, e anche con destinazione d’uso diversa (pure qui la durata massima è di sei mesi), rispettando determinate condizioni. Tutte le aziende agricole e zootecniche che hanno subito danni potranno poi attuare interventi edilizi relativi al ripristino dei fabbricati danneggiati in deroga alle disposizioni vigenti e potranno anch’esse delocalizzare in parte o totalmente la loro attività nelle vicinanze e anche in moduli provvisori, con le stesse tempistiche previste per le abitazioni private. Tutti gli interventi edilizi poi saranno esentati dal pagamento di qualsiasi onere di urbanizzazione.

Subito dopo l’approvazione della delibera è stato votato dal Consiglio comunale, anch’esso all’unanimità, un ordine del giorno sottoscritto dal Sindaco e dai capigruppo consiliari (oltre che da Luca Lamma di Fli) relativo proprio all’emergenza terremoto per le aziende agricole della zona: con questo atto il civico consesso chiede al Presidente della Regione Vasco Errani (nonché Commissario straordinario per la ricostruzione) di derogare alla legge urbanistica dell’Emilia-Romagna che impone di ricostruire in zona agricola in modo fedele per dimensioni, materiali e tipologia architettonica. “Chiediamo alla Regione – si legge nel testo dell’odg – di modificare le normative affinché si possa permettere la ricostruzione in zona agricola permettendo tipologie costruttive differenti come il legno e dimensioni minori degli edifici preesistenti, pur mantenendo alcune caratteristiche tipologiche come tetti spioventi e intonacatura delle facciate”. “Terremo d’occhio la Regione affinchè adotti questi provvedimenti” ha concluso l’assessore Tosi rispondendo ad una sollecitazione del consigliere di ApC Giorgio Verrini.

“NON RISPETTEREMO IL PATTO DI STABILITA’” Così il Sindaco Campedelli nel corso del Consiglio di ieri sera

“Vista la situazione se non arriva una deroga ci assumiamo la responsabilità di sforare il Patto di Stabilità, pronti a subire il rischio di eventuali sanzioni”. Il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli, nel corso della seduta del Consiglio comunale di ieri, 25 giugno, ha fatto il punto relativamente all’emergenza terremoto e ha comunicato ai rappresentanti dei cittadini questa decisione, presa dalla Giunta comunale poche ore prima. Campedelli al civico consesso ha presentato anche i dati numerici dell’emergenza, ringraziato i tanti che hanno in queste settimane lavorato per cercare di risolvere i tanti problemi causati dal sisma (volontari, dipendenti comunali, forze dell’ordine, Centri sociali, altri enti, Unitalsi, vigili del fuoco, gli stessi partiti cittadini tra gli altri) e criticato duramente la latitanza della Prefettura di Modena a fronte delle ripetute richieste inviate dall’ente locale dopo le scosse del 29 maggio scorso.

“Per risolvere il problema della casa, a sabato scorso erano state registrate oltre tremila persone con abitazione inagibile, abbiamo pensato all’affitto ma la situazione è molto problematica. Abbiamo allora avviato un percorso con le associazioni di categoria per mettere sul mercato abitazioni disponibili per gli sfollati. Potrebbero servire da qui a poco tempo 700 alloggi, per evitare di sistemare le persone nei container come è stato fatto altrove. Per ciò che riguarda le scuole invece non ci sono problemi strutturali a Carpi ma interventi da fare sì, con l’obiettivo di riaprirle il più presto possibile”. E se Campedelli ha ricordato che il Teatro Comunale presenta un buco sul tetto e Palazzo dei Pio alcune situazioni da rivedere, grossi problemi sono segnalati anche a San Nicolò mentre sono oltre 100 i negozi inagibili. “Per quello che riguarda la sanità ci è stato garantito il ripristino dei locali dell’ospedale entro qualche mese mentre Aimag ha la sede e l’impianto di compostaggio inagibili: pensiamo di affidare temporaneamente l’Ostello della Gioventù all’azienda multiservizi perchè possa ricevere i cittadini”.

Campedelli ha poi sottolineato in aula il ruolo che le istituzioni nazionali dovrebbero giocare per risolvere l’emergenza terremoto: “non basta il nostro impegno, al Governo chiediamo concretezza e decisioni formali: proprio poco fa ho firmato insieme ad altri 17 Sindaci del cratere del terremoto una lettera inviata a Monti e per conoscenza a Alfano, Bersani e Casini, nella quale domandiamo provvedimenti per l’economia. Non chiediamo un euro in più di quelli dati ad altre località vittime di eventi come questo. Manterremo fede al Bilancio votato in questa sede il 29 marzo ma finanzieremo solo interventi che hanno a che fare con il sisma”. Il primo cittadino ha poi concluso la sua comunicazione ricordando come in queste settimane i rapporti tra maggioranza e opposizione e tra i diversi gruppi consiliari siano aumentati “e siano state condivise scelte, una modalità che proseguiremo a utilizzare. Il sisma ci ha cambiati e deve così cambiare anche il modo di rapportarci tra di noi”.

Numerosi gli interventi seguiti alla comunicazione del Sindaco. Chi ha sottolineato l’importanza di tenere gli occhi aperti al momento di attuare la ricostruzione per evitare ciò che è successo in altre zone (Daniela Depietri, Pd), chi ha invitato la Provincia a rivedere i propri piani di investimento nel campo delle infrastrutture (Lorenzo Paluan, Carpi a 5 stelle-Prc), chi ha invitato la Giunta, “che tanto si è già impegnata”, ad avere il coraggio di lasciare da parte le ragioni di partito e di litigare con Errani ad esempio (Giliola Pivetti, ApC), chi ha ringraziato la macchina comunale che ha dato bella prova di sé, chi infine ha ricordato le problematiche psicologiche che questo sisma ha fatto emergere nella comunità. Tanti gli appelli venuti da diversi banchi del Consiglio ad incalzare le istituzioni regionali e nazionali affinché non facciano mancare le risorse necessarie alla ricostruzione e vigilino sulle procedure della stessa. “Gli imprenditori e i cittadini devono sapere quanto possono ottenere di indennizzo – ha spiegato dal canto suo Roberto Andreoli, capogruppo del PdL – Le istituzioni sovraordinate al Comune devono rispondere e sarà utile a mio parere anche leggere in modo comparato ad esempio con l’esperienza de L’Aquila lo svolgersi della questione”. E se il capogruppo Pd Davide Dalle Ave ha sottolineato poi il ruolo che l’emilianità può svolgere in questa opera di rinascita economica e sociale del nostro territorio, che dopo l’emergenza non sarà comunque mai più lo stesso, “con uno spirito di unità che ci consentirà di saltarci fuori” il consigliere di Fli Luca Lamma ha infine chiesto che le case sfitte eventualmente reperite per coloro che non hanno più un alloggio vadano “a coloro che hanno costruito questa città, prima ai nostri e poi agli altri…”.