Al convegno, che si terrà domani – martedì 26 giugno – a Modena, organizzato per ricordare che nella nostra provincia questa tecnica si pratica da 10 anni con risultatati più che lusinghieri, ci sarà anche il prof. Christian Chaussy dell’Ospedale Grosshadern di Monaco di Baviera, il primo al mondo, nel 1980, ad eseguire un intervento di litotrissia extracorporea.
La Litotrissia extracorporea, è utile ricordarlo, consente di frammentare i calcoli reno-ureterali mediante “onde d’urto” di natura elettromagnetica, dall’esterno e senza necessità alcuna di anestesia; si tratta quindi di una metodica non invasiva che permette di trattare i pazienti con minimi effetti collaterali.
In questo ambito i professionisti del Policlinico di Modena, grazie alle loro capacità e a un’attrezzatura che colloca la struttura di Via del Pozzo all’avanguardia a livello nazionale, rappresentano un apprezzato punto di riferimento.
In particolare, all’interno della Struttura Complessa di Urologia del Policlinico, diretta dal prof. Giampaolo Bianchi, dal 2002 è attivo uno “Stone Center” che ogni anno tratta centinaia di pazienti affetti da calcolosi reno ureterale e che grazie a questa esperienza e alla peculiare organizzazione, in particolare la presenza nell’equipe di un urologo dedicato – in origine il dottor Salvatore Micali, ed ora la dottoressa Maria Chiara Sighinolfi) – è stato “promosso” centro d’insegnamento europeo certificato dalla Endourological Society.
Dal 2002 gli interventi eseguiti a Modena sono stati oltre 5.000, con una prevalenza di persone di sesso maschile, circa il 70% del totale. A conferma della qualità dell’assistenza va sottolineato che su circa 500 persone all’anno che si rivolgono allo Stone Center circa il 20% arriva da fuori provincia.