“Noi che… è tanta la soddisfazione per essere riusciti a ripartire”. Il terremoto ha cambiato il volto della Bassa modenese, non quello degli imprenditori. Con lo spirito di chi è abituato a rimettersi in gioco ogni giorno, dove è stato possibile, non si sono dati per vinti e sono ripartiti. Chi nel proprio esercizio seppur danneggiato, chi con soluzioni di fortuna, arrangiamenti, creatività, tutti animati dalla voglia di ricominciare. C’è il pizzaiolo, il rivenditore di moto, la parrucchiera, il barista… Confesercenti ha raccolto le loro storie: “Storie di chi non si è arreso e vuole guardare avanti. Ogni sforzo oggi deve andare nella direzione di un concreto sostegno all’imprese. Pena la perdita di un patrimonio inestimabile”.

Dalle parole degli imprenditori passano le immagini del terremoto. Un cambiamento che in pochi istanti ha quasi cancellato anni di lavoro. Rabbia e disperazione per i danneggiamenti, si mescolavano con il rammarico della propria attività, forzatamente fermate. “Non c’era il tempo però di piangere: bisognava ripartire”. Ecco che allora la parrucchiera unisce le proprie forze a quella che fino al 20 maggio oltre che collega era una concorrente: “Serviamo poche clienti – raccontato – ma almeno lavoriamo!”. Più incertezza per il futuro dato che i locali che ospitavano la sua attività andranno abbattuti e dovrà decidersi se cercare un altro negozio o se trasferirsi in uno di quei poli commerciali e di servizio temporanei di cui si parla. “Dove sorgeranno però? – ha chiesto – cosa sorgerà intorno? Quali saranno i contributi per la ricostruzione e i finanziamenti a tasso agevolato ai quali si potrà accedere?”

Appena migliore la situazione di quel barista la cui attività si trova in centro storico a Mirandola. “Abbiamo ottenuto l’agibilità dell’edificio e nonostante i danni riportati alle attrezzature contiamo di riaprire tra pochi giorni. Sappiamo già però che dovremo ricominciare da zero. Il centro non è più lo stesso: il municipio resterà chiuso per parecchio tempo come pure molte attività commerciali. Inoltre tanti residenti se ne sono andati. Noi rimaniamo però: crediamo nella rinascita di Mirandola, e del suo cuore storico. Ci vorranno anni, lo sappiamo, ma confidiamo che tornerà come prima, forse anche meglio. A condizione che pervengano al più presto sostegni di tipo economico-finanziario, a partire dai fondi per la ricostruzione, ora di fondamentale importanza”.

Chi non si è mai fermato, nel suo caso i danni sono stati poco rilevanti, è un rivenditore di generi alimentari appena ai margini della zona rossa di Mirandola. “Pare di essere tornati agli anni ’60 del secolo scorso – racconta – quando nel negozio sottocasa si faceva la spesa per intero”. È una delle poche attività del genere aperte e per andare incontro alle esigenze della gente ha ampliato la propria offerta commerciale rispetto a prima. Non solo. Il negozio è diventato anche un punto di riferimento per tanti mirandolesi: “Trascorro molto del mio tempo, mentre lavoro a parlare con le persone che qui vengono a fare spesa. La gente ha la necessità di normalità. A maggior ragione di fronte ad un dramma come il terremoto dei giorni scorsi”.