”La messa in sicurezza dei beni immobili di proprieta’ pubblica e privata danneggiati dal terremoto e tutelati ai sensi del Codice dei Beni Culturali deve essere fatta, come per qualsiasi immobile, ai fini della salvaguardia della pubblica incolumita’ dai proprietari dei beni stessi”. Lo sottolinea, con una nota, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, ”viste le attribuzioni apparse su diversi organi di informazione di presunti ritardi da parte nostra nell’ intervenire per mettere in sicurezza alcuni campanili incombenti su abitazioni, con conseguenti disagi e impedimenti alla ripresa della vita economica e sociale dei centri abitati colpiti dal sisma”.
”Pur confermando – spiega la nota – che la Direzione Regionale e le Soprintendenze, per iniziativa propria e senza alcun obbligo di legge, sono intervenute finanziando e realizzando alcune messe in sicurezza come puntellamenti, cerchiature ed altro su edifici pericolanti che minacciavano la sicurezza delle persone utilizzando le squadre del Nucleo Coordinamento Opere Provvisionali dei Vigili del Fuoco, si intende chiarire senza equivoci che opere con la medesima finalita’ devono essere realizzate per iniziativa del proprietario del bene lesionato (che ne ha responsabilita’ giuridica), utilizzando mezzi economici propri ed imprese private in collaborazione con le Amministrazioni Comunali”.
Gli uffici della Direzione Regionale e delle Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici ”restano a disposizione dei Comuni per dare tutte le indicazioni tecniche ed eventuali consulenze scientifiche necessarie alla corretta elaborazione dei progetti di intervento e dei privati cittadini per ogni eventuale chiarimento in merito alle procedure per la realizzazione di opere di salvaguardia dei loro beni immobili tutelati”.