Chiudere definitivamente la Casa di lavoro di Saliceta San Giuliano, a Modena, resa inagibile dai danni causati dal terremoto, e destinare i fondi precedentemente stanziati per la sua ristrutturazione a progetti di effettivo recupero sociale e lavorativo degli internati del carcere di S.Anna. E’ l’impegno, da indirizzare al ministero competente, sollecitato alla Giunta regionale da una risoluzione sottoscritta da Palma Costi (Pd, prima firmataria) e da numerosi altri consiglieri della maggioranza, tra cui il capigruppo Marco Monari (Pd), Gianguido Naldi (Sel-Verdi), Roberto Sconciaforni (Fds) e inoltre da Sandro Mandini (Idv).

In linea con quanto già evidenziato in questi giorni da Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Palma Costi e colleghi ricordano che nelle Case di lavoro sono recluse nei casi più frequenti, persone che hanno finito di scontare la propria pena, sottoposte ad una cosiddetta “misura di sicurezza” applicata dal magistrato, perché considerate socialmente pericolose, che prevede l’obbligatorietà del lavoro all’interno della struttura. “Nella realtà – fanno notare i consiglieri – manca spesso il lavoro tanto da farlo svolgere solo a rotazione e la misura di sicurezza in questione si limita alla detenzione”. Situazione che si riscontra nel caso specifico della Casa di lavoro di Saliceta S.Giuliano “dove gli internati che hanno già scontato la pena si trovano nella impossibilità di svolgere attività”.

Nella risoluzione si chiede inoltre che gli agenti assegnati alla casa di lavoro evacuata (e i cui 65 internati sono stati spostati in parte alla casa di reclusione di Parma e in parte al carcere di Padova) vengano trasferiti al carcere modenese di Sant’Anna “cronicamente sott’organico”, in modo da migliorare così anche la situazione del carcere modenese.