Tempestività ed equità di accesso alle prestazioni, appropriatezza di trattamento e continuità del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per le più gravi malattie reumatiche, come artrite reumatoide, spondilite anchilosante, connettiviti e vasculiti.
Sono gli elementi qualificanti della Rete Reumatologica Metropolitana di Bologna attiva dal prossimo 2 luglio, presentata oggi in conferenza stampa da Massimo Annicchiarico, direttore sanitario dell’Azienda USL di Bologna, Giovanni Baldi, direttore generale dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, Giuliano Barigazzi, presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna, Mario Cavalli, direttore sanitario del Policlinico S.Orsola Malpighi, Guerrina Filippi, Presidente di A.M.R.E.R (Associazione dei Malati Reumatici dell’Emilia Romagna).
La Rete Reumatologica Metropolitana di Bologna è composta dagli ambulatori presenti presso l’ ospedale di San Giovanni in Persiceto e nei presidi territoriali di Castiglione dei Pepoli, Porretta Terme e Vergato dell’Azienda Usl di Bologna e dai Centri di riferimento di II livello presso l’Ospedale Maggiore, il Policlinico Sant’Orsola Malpighi e l’Istituto Ortopedico Rizzoli.
Il nuovo percorso, frutto della integrazione tra i Centri di Reumatologia dell’Azienda USL di Bologna, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli e della collaborazione con A.M.R.E.R. garantisce maggiore equità di accesso alle prestazioni sanitarie e miglioramento della tempestività ed efficacia della presa in carico dei pazienti con artrite reumatoide, spondilite anchilosante, connettiviti e vasculiti. In questi casi, infatti, diagnosi e terapia devono essere effettuate il più rapidamente possibile, perchè un trattamento precoce e adeguato consente migliori risultati e condiziona positivamente l’evoluzione della malattia.
Sono state oltre 17 mila, nel 2011, le prestazioni offerte dalle tre Aziende sanitarie di Bologna a cittadini con patologie reumatiche. In particolare, sulla base di studi epidemiologici, si stima che nel territorio metropolitano bolognese siano almeno 3 mila le persone con artrite reumatoide, 2 mila quelle con spondilite anchilosante e 800 quelle con connettiviti e vasculiti.
Secondo i dati forniti dall’Associazione dei Malati Reumatici dell’Emilia Romagna, nell’area metropolitana bolognese, nel 2010, sono state 4.620 le persone con esenzione dal pagamento del ticket per patologie reumatiche.
Come funziona la Rete
Il Medico di medicina generale che individua nel suo assistito i sintomi sospetti di una artrite reumatoide, una spondilite anchilosante, una connettivite o una vasculite, lo invia tempestivamente dallo specialista per una prima visita reumatologica, che viene garantita, in questi casi, entro 7 giorni dalla prenotazione.
Se il reumatologo conferma il sospetto per una di queste patologie, avvia uno specifico percorso diagnostico prenotando direttamente per via informatica gli accertamenti e le successive visite di controllo. In questo modo il paziente non dovrà preoccuparsi di prenotare esami e visite. Laddove necessario, in casi di particolare complessità, gli approfondimenti diagnostici di II livello sono eseguiti nei tre Centri di Reumatologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli. Al termine del percorso diagnostico lo specialista effettua la sintesi diagnostica e definisce la terapia.
Il paziente è costantemente aggiornato sul quadro clinico e sul percorso con le indicazioni relative alla diagnosi, alla terapia, alla prognosi e al programma di follow up.
Al Medico di medicina generale, attraverso la rete SOLE, perverranno progressivamente, con la realizzazione della piena informatizzazione della Rete, tutte le informazioni prodotte attraverso visite ed accertamenti diagnostici, e la relazione finale dello specialista a conclusione del percorso. Il Medico di medicina generale, infatti, è il primo riferimento per il paziente reumatico. Il “filtro” effettuato dai Medici di medicina generale permette l’invio tempestivo del paziente allo specialista reumatologo. Il medico di famiglia, inoltre, dopo la fase diagnostico–terapeutica, segue i pazienti in stretto rapporto con gli specialisti.
Come riconoscere le patologie reumatiche
Dolore e gonfiore, da almeno 6 settimane, di piccole articolazioni delle mani o dei piedi, o di una grande articolazione come il ginocchio, sono i sintomi di una possibile artrite reumatoide.
Mal di schiena, da almeno 3 mesi, prevalentemente notturno o al risveglio è, invece, il sintomo di una possibile spondilite anchilosante, più frequente negli uomini con meno di 45 anni.
Alterazione della sensibilità al freddo e pallore delle dita delle mani e dei piedi, infine, sono i segni di una possibile connettivite o vasculite.