Sostanzialmente positivo il giudizio di Apmi Modena sul “decreto sviluppo “ varato venerdì dal Governo: “Ci riserviamo tuttavia di approfondirne i contenuti, poiché i ben 61 articoli di cui è composto necessitano di analisi ulteriori – dice DinoPiacentini, Presidente dell’associazione – ma a una prima valutazione il provvedimento ci sembra positivo. Il decreto è stato approvato con la clausola ‘salvo intese’, quindi il giudizio rimane sospeso anche per questo motivo, auspichiamo che alcuni punti ad oggi mancanti possano essere introdotti proprio in sede di conversione”.
Ricerca e sviluppo, un’occasione mancata
Il Presidente Piacentini valuta infatti in modo negativo l’assenza di alcuni provvedimenti attesi, tra questi sicuramente quelli relativi alla ricerca: “ Non c’è traccia del credito d’imposta per gli investimenti delle imprese in progetti di ricerca e innovazione. Ci si è limitati a prevedere un contributo del 35% per le nuove assunzioni di personale qualificato; ciò non può essere valutato positivamente da parte nostra, poiché appare come un piccolo ‘contentino’ diretto soprattutto alle grandi imprese, mentre le Pmi restano a bocca asciutta”.
“Va per altro verso riconosciuto – continua Piacentini – che l’istituzione dell’agenzia per l’Italia digitale costituisce un passo avanti per allargare nel paese la diffusione della banda larga e delle nuove tecnologie, puntando a ridurre il ‘digital divide’ che ancora ci separa dai competitor globali”.
Bene l’intervento sulla spesa e la razionalizzazione delle società
La valutazione si fa decisamente più positiva rispetto ad altri punti qualificanti del decreto:
“Anzitutto è da apprezzare che nel bilanciamento delle fonti finanziarie sia presente la volontà di intervenire sui costi delle amministrazioni centrali: l’alleggerimento della spesa per l’apparato pubblico è una costante nelle analisi di Apmi.
Quanto alle operazioni previste, l’accelerazione riguardante le dismissioni del patrimonio pubblico è positiva e ci pare corretta la cessione alla Cassa Depositi e Prestiti di Fintecna, Sace e Simest; si tratta di un alleggerimento sul piano finanziario, ma soprattutto di unarazionalizzazione di strumenti importanti che già interagiscono fra loro. Altrettanto interessante la valutazione relativa alla costituzione della nuova agenzia per la promozione all’estero, con il riordino del Fondo per l’internazionalizzazione che prevede che il 70% delle risorse sia destinato alle Pmi. È noto l’impegno della nostra associazione su questo fronte, l’incentivo all’internazionalizzazione delle Pmi è per noi uno dei pilastri su cui va impostato un serio progetto di crescita di sistema”.
Il settore delle costruzioni motore della ripresa
È unanimemente condivisa la centralità del settore delle costruzioni per il rilancio dell’intera economia, criterio al quale sembra essersi riferito il decreto, il quale ha introdotto alcune importanti novità:”L’incentivo fiscale per le ristrutturazioni edili, che passa dal 36 al 50%, rappresenta un intervento che potrà contribuire a sbloccare un mercato che continua a soffrire – commenta il Presidente delle Pmi – così come l’introduzione della compensazione IVA nelle cessioni e locazioni da parte delle imprese costruttrici anche dopo i 5 anni. Si tratta senz’altro di provvedimenti positivi, ma sarebbe stato necessario un po’ più di coraggio: è il momento di mettere mano in modo deciso all’imposizione indiretta; ridurre sensibilmente l’IVA nel comparto potrebbe rivelarsi la mossa vincente, sia come propulsore di investimenti, sia per fare finalmente affiorare quella parte di mercato sommerso che rappresenta una concorrenza sleale per le imprese, e un mancato introito per l’erario”.
“Esprimiamo un parere positivo anche su quella parte del decreto che è riferita alla riqualificazione delle aree urbane attraverso il ‘Piano di sviluppo città’ e il ‘Contratto di valorizzazione urbana’ – continua Piacentini – certo, il fondo di 225 milioni per nuove infrastrutture e recupero o costruzione di edifici pubblici non è granché, ma la strada è quella giusta, ed è la stessa in cui si inserisce il provvedimento relativo all’aliquota sui ‘project bond’: la ritenuta sugli interessi per il sottoscrittore è pari a quella dei titoli di Stato, il 12,50%; può rappresentare un elemento importante per attirare capitali privati. Sul tema della defiscalizzazione per far partire le infrastrutture riteniamo però che si potesse essere più coraggiosi, Qui si scontrano le differenti visioni dell’ortodossia ragionieristica, a scapito di chi ritiene che gli interventi sull’Iva per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture in realtà non necessitano di copertura finanziaria”.
Srl semplificata, un “pannicello caldo”
Più neutro il giudizio di Piacentini sulla Srl semplificata, che con il decreto non sarà più limitata agli “under 35”: “Non sono sicuro che si tratti di un elemento particolarmente strategico. Certo, male non fa, ma più che un vero fattore incentivante mi sembra un modo per non gravare ulteriormente su quei soggetti che cercano modalità di auto impiego per farfronte alla disoccupazione. Bene quindi, ma non credo che la crescita passerà da questo tipo di neo imprese”.
Sospensione Sistri, una colpevole inefficienza
Conclusione esplicitamente critica, invece, quella che il Presidente di Apmi riserva alla sospensione del Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Nato nel 2009, Sistri è stato portato avanti concontinui stop and go, finché venerdì scorso il Governo ne ha deciso la sospensione fino al 31 dicembre 2013.
“La nostra critica, naturalmente, non va al governo attualmente in carica, che ha preso atto di una situazione che se non fosse tragica sarebbe comica, ma non possiamo non evidenziare quanto tempo, e quanto denaro, le nostre imprese hanno sprecato per rincorrere i continui aggiornamenti, le proroghe, i rinvii, che hanno caratterizzato il Sistri fino dalla sua introduzione. Imprese che hanno speso denaro e tempo per aderire al sistema, acquisire strumenti, formarsi.
L’esigenza di tracciare i rifiuti pericolosi è incontestabile, ma non si può fare dell’impresa la cavia sulla quale sperimentare l’applicazione di sistemi sui quali evidentemente le idee non sono chiarissime. Non entro naturalmente nel merito delle funzionalità, ma rilevo che questa ennesima proroga fa pensare a un definitivo abbandono dell’attuale piattaforma. Auspico che l’esperienza non si ripeta, perché l’esigenza e la sensibilità rispetto al tema dei rifiuti pericolosi sono alte e condivise, nell’impresa come nell’intera società. Occorre intervenire, ma non è certo più tempo per approssimazioni che si traducono regolarmente in sprechi oggi più che mai insopportabili”.
“Questa del Sistri – conclude Piacentini- non è che l’ultimo esempio di un costume che danneggia seriamente le imprese, le quali hanno necessità di avere tempi certi per le scadenze degli adempimenti: gli uffici pubblici devono essere in grado di mantenere i tempi concordati, poiché per l’impresa il tempo è una variabile fondamentale. Il tema dell’efficienza, come quello della responsabilità degli enti pubblici e dei singoli funzionari, deve essere adeguatamente affrontato nell’ambito dei provvedimenti che vogliano andare nella direzione dell’ammodernamento del Paese”.