Uno strano caso del destino, ma dopo il successo della raccolta di firme modenesi per la campagna “L’Italia sono anch’io” che si è conclusa con 7.075 adesioni certificate, sui giornali compare la storia di Andrea e Senad. I due ragazzi di 23 e 24 anni sono nati e cresciuti a Sassuolo, ma i loro genitori, di origine bosniaca, hanno perso il lavoro e con esso il diritto a stare in Italia e lo stesso vale per i loro figli. “I Centri di Identificazione ed Espulsione sono un’ulteriore ingranaggio della complessa macchina burocratica connessa al diritto di cittadinanza” commenta Greta Barbolini, presidente del Comitato Arci di Modena “La storia di Andrea e Senad non fa altro che sottolineare un problema che riguarda oltre 500mila bambini e ragazzi nati da genitori stranieri in Italia. In Francia e negli Stati Uniti essi sarebbero immediatamente registrati come cittadini italiani e non incorrerebbero in vicende come quella dei due ragazzi oggi rinchiusi che, formalmente, non sono né bosniaci né italiani. Questa vicenda rafforza ancora di più la convinzione che ci ha portato ad aderire alla campagna L’Italia sono anch’io e speriamo che nella discussione al Parlamento le due proposte di legge vengano approvate. Il timore è che storie come quella di Andrea e Senad si ripetano con più frequenza nel futuro, complice anche la crisi economica. Chiediamo, infine, che sia fatto tutto il possibile per farli uscire dal CIE”.