Oggi, nella sede di Istoreco in via Dante Alighieri 11 a Reggio Emilia, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della prima fase di un percorso di ricomposizione, riordino e valorizzazione dell’archivio storico delle Officine Reggiane. All’incontro sono intervenuti Giovanni Catellani, assessore alla Cultura e Università del Comune di Reggio Emilia; Luciano Fantuzzi, donatore dell’Archivio Reggiane; Stefano Vitali, soprintendente per i Beni archivistici dell’Emilia Romagna; Luigi Grasselli, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia; Giordano Gasparini, direttore Biblioteche del Comune di Reggio Emilia; Rosaria Campioni, responsabile della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC e Ingrid Germani della Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna.

L’Archivio storico delle Officine Reggiane è un bene culturale di estrema importanza per la città di Reggio Emilia, per l’Emilia Romagna e per l’intera comunità nazionale e una preziosa fonte per la storia dell’industria, del lavoro e della tecnologia italiane.

Il Comune di Reggio Emilia e la Soprintendenza archivistica dell’Emilia Romagna, grazie alla donazione all’amministrazione comunale da parte del comm. Luciano Fantuzzi, hanno avviato la prima fase di un percorso di ricomposizione, riordino e valorizzazione dell’archivio storico delle Officine Reggiane, che le vicende societarie e la chiusura della fabbrica di via Agosti avevano messo fortemente a rischio, affinché questo notevole patrimonio sia fruibile e diventi un luogo aperto agli studiosi e ai cittadini. Nel dicembre 2011, si è provveduto ad un primo importante passo dell’operazione trasferendo al Polo Archivistico, gestito da Istoreco, il materiale più a rischio.

“Grazie all’impegno anche economico della Soprintendenza archivistica dell’Emilia Romagna – sottolinea l’assessore a Cultura e Università del Comune di Reggio Emilia Giovanni Catellani – è stato possibile recuperare la parte più rilevante dell’Archivio storico delle Officine Reggiane, donato all’Amministrazione comunale da Luciano Fantuzzi. La tappa più difficile del progetto di recupero è stata, in un momento di difficoltà economica come questo, trovare locali idonei in cui trasferire la documentazione. Un passo importante è stato compiuto per la salvaguardia e il riordino dell’Archivio al fine di rendere la documentazione delle Officine Reggiane un patrimonio vivo, fruibile da tutta la cittadinanza”.

E’ questo anche il pensiero espresso Luciano Fantuzzi che ha donato una parte dell’Archivio storico delle Reggiane: “Sono molto contento dell’entusiasmo che ha coinvolto diversi enti nella salvaguardia e nella valorizzazione dell’Archivio visto il suo immenso valore storico-tecnico. Ho sempre operato affinché si trasferisse l’Archivio e lo si rendesse fruibile dagli studiosi universitari. Si tratta infatti di un patrimonio unico al mondo poiché le Officine Reggiane sono sempre state una delle poche aziende a produrre prodotti importanti e così diversi tra loro. Credo molto nel progetto di valorizzazione dell’Archivio per l’amore che ho per la mia città.”

“Emerge chiaramente – afferma il soprintendente ai Beni Archivistici dell’Emilia Romagna Stefano Vitali – che questo risultato, che pure recupera una parte minoritaria, ma significativa, del vastissimo Archivio delle Officine Reggiane, è frutto di una collaborazione che ha coinvolto molti soggetti e l’espressione in generale dell’interesse che la città ha manifestato nei confronti dell’Archivio. Si è fatto un buon lavoro per il riordino di questa prima parte dell’Archivio, ma bisognerà ora trovare a breve una soluzione per la documentazione non ancora trasferita”.

“Utile – aggiunge il soprintendente – è stato anche il lavoro e l’interesse del gruppo Ligestra (che riguarda le ultime pendenze delle Reggiane quando era parte di Efim) per far riunire i documenti con lo scopo ultimo di ricostruire l’unità dell’Archivio. Molto importante anche l’impegno del Comune di Reggio Emilia che si è occupato in prima persona di trovare un luogo idoneo al trasferimento della documentazione”.

“Del progetto – precisa Vitali – fa parte anche l’inventariazione che è stata finanziata per circa 30.000 euro con i fondi dell’8 per mille a diretta gestione statale per il 2010. Per la prosecuzione del lavoro la Soprintendenza è impegnata nella ricerca di altri finanziamenti con l’aiuto di tutti i soggetti coinvolti. La Soprintendenza per continuare il progetto aveva infatti presentato un’altra richiesta di finanziamento sui fondi dell’8 per mille del 2011; il progetto è stato ritenuto ammissibile ma i fondi non sono stati distribuiti”.

Il Progetto di salvaguardia, riordino e valorizzazione dell’Archivio storico

Officine Reggiane si pone infatti l’obiettivo di tutelare, riordinare e valorizzare un archivio d’impresa che è patrimonio prezioso per la storia, l’economia, la società e la cultura di Reggio Emilia ma non solo. Il progetto è realizzato dal Comune di Reggio Emilia grazie alla collaborazione scientifica e al sostegno economico della Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna del MIBAC e vede la partecipazione di altri partner come l’Istituto beni culturali della Regione Emilia Romagna – Soprintendenza per i beni librari e documentari, Istoreco di Reggio Emilia, la Circoscrizione Nordest, il comm. Luciano Fantuzzi, l’Università di Modena e Reggio Emilia.

L’Università di Modena e Reggio Emilia – afferma il prorettore Luigi Grasselli – può dare il suo contributo alla valorizzazione del patrimonio dal punto di vista della ricerca e in tal senso il Tecnopolo può essere un elemento strategico. Peraltro la biblioteca universitaria possiede un archivio digitale ingente che può integrare la documentazione sulle Officine Reggiane”.

Il fondo documentale

Il fondo documentale (1920-1994, con nuclei dal 1904) comprendeva più di 2.200 metri lineari nel piano seminterrato della palazzina direzionale di via Agosti di proprietà del comm. Luciano Fantuzzi, oltre a documenti sulla gestione del personale conservata in un capannone di via Nobel dalla società Ligestra per la procedura di liquidazione dell’EFIM ( Ente Partecipazione e Finanziamento Industrie Manifatturiere).

Da segnalare anche la ricca documentazione tecnica (disegni, lucidi, zincotipie e lastre fotografiche di utensili e manufatti, prodotti dagli anni ’30 agli anni ’90) conservata ed organizzata in apposite casse e cassettiere.

Tappe del progetto

L’importante esito di fronte al quale ci si trova oggi è frutto di un lungo percorso – sviluppato negli anni nell’ambito di un progetto complessivo orientato a valorizzare le Officine Reggiane come crocevia di memorie che vivono nel presente – che ha visto alcune significative tappe: nel 2009 la mappatura dell’Archivio grazie alla collaborazione con IBC (2009); la ricerca e presentazione pubblica dei risultati nel volume edito dal Comune di Reggio Emilia con il Centro documentazione Villa Cougnet-Circoscrizione Nord Est; il coinvolgimento della Soprintendenza archivistica dell’Emilia Romagna e nel 2010 la dichiarazione della Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna di interesse storico per l’Archivio delle Officine Reggiane e il finanziamento statale ottenuto dalla stessa Soprintendenza.

Concluso l’affitto a Terex e liberato l’intero complesso, nel gennaio 2011 le infiltrazioni d’acqua hanno provocato il parziale allagamento del seminterrato dove ha sede l’Archivio e reso i locali non più idonei per una corretta conservazione dei documenti.

Nel luglio 2011 il comm. Fantuzzi ha donato al Comune di Reggio Emilia nuclei documentari conservati nel bunker del seminterrato di particolare interesse storico: documenti di presidenza e direzione (1904-fine ’70), di segreteria generale (anni ’20-fine ’50), commissario liquidatore (1950-56), ufficio cassa (1942-44), ufficio personale (anni ’40-1994) per complessivi 800 pezzi (registri, volumi, raccoglitori vari di documenti), in 16 casse lignee e alcuni scatoloni,oltre a disegni di aeroplani (anni ’35-‘40).

Si è provveduto quindi per facilitare l’asciugatura al trasferimento dei documenti donati da Fantuzzi ai piani elevati della palazzina e allo spostamento delle casse contenenti i disegni nel Polo archivistico gestito da Istoreco. Il trasferimento è stato curato da archivisti incaricati dalla Soprintendenza che, dopo aver verificato la consistenza del materiale confrontandola con la prima mappatura del 2009, hanno redatto un elenco nuovo sommario di consistenza.

Al contempo è stato siglato l’accordo fra Comune di Reggio Emilia, Soprintendenza archivistica dell’Emilia Romagna e Istoreco per il deposito, la salvaguardia, il riordino e la valorizzazione dei nuclei documentari donati da Luciano Fantuzzi.

E’ del dicembre 2011 la pulizia superficiale dei documenti, rinviando a fasi successive gli interventi conservativi più appropriati e il loro trasferimento nei locali del Polo archivistico dove saranno inventariati e catalogati da archivisti incaricati dalla Soprintendenza.

Le lastre fotografiche, i brevetti, le pellicole e le bobine audio e video invece sono trasferite alla Fototeca della Biblioteca Panizzi.

Schedatura, riordinamento e inventariazione

Il lavoro di schedatura, riordinamento e inventariazione del materiale già trasferito si presenta particolarmente complesso. La schedatura sarà svolta per unità archivistica: riguarderà i singoli registri, volumi, raccoglitori e scenderà al livello di analiticità dei fascicoli (oltre 2.000) all’interno dei raccoglitori o faldoni.

La principale difficoltà nello svolgimento di questa attività è determinata dal fatto che solo il 20% del materiale è formato da registri, volumi, raccoglitori o faldoni, mentre l’80% è costituito da documenti sciolti con scarse tracce di ordinamento.

Anche lo stato di conservazione costituisce un ulteriore elemento di difficoltà, poiché è necessario isolare il materiale attaccato dalle muffe.

In ogni caso il risultato finale per questa parte di archivio sarà un primo inventario, che consentirà la consultazione presso Istoreco – delle unità archivistiche il cui stato di conservazione sarà giudicato discreto.

Il progetto prosegue

Entro il mese di marzo la Soprintendenza archivistica affiderà l’incarico della schedatura del materiale, finanziata per circa 30.000 euro con i fondi dell’8 per mille a diretta gestione statale per il 2010. Per la prosecuzione del lavoro la Soprintendenza si impegna a cercare altre fonti di finanziamento. Per la prosecuzione del lavoro la Soprintendenza aveva presentato un’altra richiesta di finanziamento sui fondi dell’8 per mille del 2011; il progetto è stato ritenuto ammissibile ma i fondi non sono stati distribuiti.

Dalla schedatura saranno escluse le piante e disegni di aeroplani (anni ’35-’40), che pur essendo state trasferite a Istoreco all’interno delle casse originarie, presentano difficoltà e necessitano di interventi di restauro tale da richiedere un progetto specifico.

Così pure non rientrano in questo lavoro le lastre fotografiche, brevetti, pellicole e bobine audio e video, che sono già state trasferite alla Fototeca della Biblioteca Panizzi.

Ma un altro importante esito è stato raggiunto con l’individuazione nell’ex falegnameria comunale di via Mazzacurati della sede idonea per la conservazione temporanea dei numerosi documenti dell’Archivio ancora presente in via Agosti e dei nuclei documentari conservati da Ligestra.

L’Archivio storico delle Officine Reggiane è una un giacimento documentario di grande valore e una preziosa fonte per la storia dell’industria, del lavoro e della tecnologia italiane che attende di essere inventariato e valorizzato nel suo complesso con il concorso di tutti i soggetti pubblici e privati che lo riconoscono come un bene culturale di grande importanza, non solo per la città di Reggio Emilia.