In merito alla recente Delibera di Giunta dell’Unione Terre d’Argine n. 87/20011 del 22/11/2011 immediatamente esecutiva dal giorno stesso che definisce “dal punto di vista macro organizzativo l’inserimento del “Servizio delle Pari Opportunità” all’interno del Settore dei Servizi Sociali dell’Unione sotto la direzione del Dirigente Responsabile del relativo settore” avanzano le seguenti considerazioni:
le finalità contenute nel documento costitutivo della prima Commissione Consiliare alle Pari Opportunità del Comune di Carpi (verbale n.1433 del 9.12.1989, divenuta esecutiva in data 2.1.1990),di cui riportiamo:
• promozione e valorizzazione della cultura delle donne
• sostegno e coordinamento politiche di pari opportunità tra uomo e donna
• attivazione e sollecitazione di iniziative tese al superamento dei fattori di discriminazione e di diseguaglianza che pesano sulla donna, con particolare attenzione al rapporto donna/lavoro per favorire l’uguaglianza, il rispetto e la valorizzazione della differenza sessuale
richiedono strumenti conseguenti e coerenti con esse, compreso l’assetto organizzativo all’interno dell’Amministrazione (Assessorato alle PO dell’Unione).
Il passaggio della CPO dal Comune di Carpi all’Unione delle Terre d’Argine ha rappresentato un passaggio apparentemente “neutro” ma decisivo per il definitivo collocamento della Commissione Pari Opportunità e delle politiche ad essa collegate: la materia di Promozione delle Pari Opportunità, che doveva diventare materia condivisa di un nascente Assessorato alle P.O.dell’Unione, è invece, diventata un “Servizio” all’interno del Settore dei Servizi Sociali dell’Unione.
La scelta politica di trasferire le Pari Opportunità al settore dei Servizi Sociali dell’Unione è stata resa immediatamente esecutiva senza consultare l’attuale Commissione Pari Opportunità dell’Unione Terre d’Argine e le Associazioni C.I.F. ed U.D.I., senza rispetto della democrazia e della partecipazione delle donne dell’unione territoriale.
La suddetta scelta politica non risulta coerente con le politiche nazionali ed europee che considerano le Pari Opportunità politiche trasversali a tutti i settori ed il fatto di “relegare” le Pari Opportunità ad un solo settore (in particolare a quello sociale) costituisce un arretramento rispetto ai valori fondativi della CPO fin dal 1989.
Ci chiediamo: è questa la democrazia partecipata proclamata in ogni occasione?