“Nella scorsa legislatura, la Giunta Errani ha bocciato il mio progetto di legge teso a garantire un più alto livello di prevenzione e di contrasto alla diffusione della legionella sia negli edifici pubblici che in quelli privati. Se la mia proposta fosse entrata in vigore non ci troveremmo a convivere con situazioni di emergenza come quella dell’ospedale di Mirandola”.

Ad affermarlo il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, che nei giorni ha sollevato l’incredibile caso dell’ospedale di Mirandola, in provincia di Modena, dove da oltre due mesi è vietato agli operatori sanitari e ai pazienti di utilizzare l’acqua del rubinetto o di farsi la doccia.

“Un caso grave – sottolinea Leoni – che conferma non solo il fallimento dei piani di prevenzione tanto decantati da Regione e Asl, anche in risposta alle mie numerosi interrogazioni su precedenti casi di legionella, ma anche il perseverare nell’errore di non voler informare adeguatamente i pazienti sulle cause dell’emergenza. E così al danno e all’insicurezza si aggiunge anche il mancato rispetto per i cittadini, obbligati a subire un’ulteriore condizione di disagio in un contesto già particolare come quello di un ospedale.

Purtroppo, dopo il caso della persona morta all’ospedale di Carpi, dopo avere contratto il batterio all’interno dell’ospedale, quanto è successo a Mirandola impone un cambio di rotta. Il rischio è confermato dai numerosi casi, anche mortali, avvenuti in provincia di Modena. Non è accettabile che in ospedale invece di guarire si rischi di contrarre infezioni che possono risultare letali.

La grave questione della legionella non può comunque far abbassare la guardia sulle condizioni in cui versa il nosocomio mirandolese. Il disinteresse verso l’ospedale di Mirandola di Regione e Asl è testimoniato da una serie incredibile di avvenimenti che si sono susseguiti negli anni che vanno dalla continua riduzione del personale, alle sale parto chiuse per disinfestazioni di uccelli e guano, al mancato utilizzo da oltre otto mesi della vasca per il parto in acqua, agli allagamenti, agli ascensori troppo stretti che non consentono il trasporto dei letti da un reparto all’altro. Unica nota positiva in questa situazione disastrosa è l’encomiabile professionalità degli operatori sanitari. E’ evidente che questo fondamentale presidio sanitario per la ‘bassa’ modenese non è poi così importante per la Regione e l’Asl. Continuerò a sollecitare il varo di norme e controlli più severi sul piano delle prevenzione. E’ tempo di ammettere gli errori, di smetterla di minimizzare le cose e cambiare passo rispetto al passato”.