Quasi la metà dei dirigenti scolastici modenesi svolgerà il doppio incarico trovandosi quindi ad affrontare crescenti difficoltà di gestione dirigendo due scuole contemporaneamente, a volte di ordine diverso e in comuni diversi, con più di duemila studenti, due collegi docenti, due strutture amministrative. E con vicepresidi (i collaboratori vicari) che dovranno fare i conti con criteri più restrittivi per la concessione degli esoneri dalla didattica. Lo sottolineano gli assessori all’Istruzione della Provincia, Elena Malaguti, e del Comune di Modena, Adriana Querzè, commentando la decisione del ministero di attribuire ben 38 reggenze su 94 incarichi nelle direzioni didattiche, negli istituti comprensivi, nelle scuole medie e negli istituti superiori.

Nel capoluogo, addirittura, una sola delle otto direzioni didattiche ha un dirigente scolastico a tempo pieno. Altre reggenze sono state attribuite alle direzioni didattiche di Bomporto, Carpi 4, Fiorano e Formigine; agli istituti comprensivi di Lama Mocogno, Pievepelago, Sestola, Soliera, San Cesario, Montefiorino, Guiglia, Zocca, Savignano, Serramazzoni, Carpi 2, Castelvetro, Carpi nord, Concordia, Nonantola; nelle medie di Bomporto, di Pavullo, di Modena (Carducci e Cavour), di Sassuolo (Cavedoni e Levi); alle superiori Meucci, Da Vinci e Vallauri di Carpi, Don Magnani e Baggi di Sassuolo, Barozzi di Modena.

«Nel fare gli auguri ai nuovi presidi – afferma l’assessore Malaguti – non possiamo nascondere la preoccupazione nel veder salire al 40 per cento i posti di dirigente coperti con il meccanismo della reggenza. Nessun’altra provincia in regione ha un numero così alto di scuole senza un preside titolare. Assicuriamo fin d’ora il sostegno e la collaborazione al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale che sarà nominato e a tutto il mondo della scuola (presidi, insegnanti e famiglie) per ridurre i disagi. Non possiamo però tacere – aggiunge l’assessore – sull’ennesima operazione di cattiva amministrazione attuata dal Governo ai danni della scuola nel tentativo di “fare cassa” sul futuro dei giovani».

Per l’assessore Querzè la causa è che «da troppi anni non vengono effettuati concorsi e ciò ha prodotto la precarizzazione dei docenti e, ora, la mancanza strutturale di dirigenti alla guida delle scuole. Auspichiamo che il concorso per dirigenti scolastici, bandito e non effettuato, venga concluso in tempi rapidi anche se già sappiamo che servirà a selezionare un numero di dirigenti ampiamente insufficiente alle necessità: sarebbe comunque un primo, importante segnale di normalità».

La preoccupazione per la situazione modenese è dovuta anche alla particolarità della rete scolastica che, a partire dagli anni ’90, per iniziativa degli enti locali, è stata caratterizzata da un percorso di riorganizzazione e dimensionamento delle scuole che ha reso molto equilibrata la distribuzione degli studenti fra i diversi istituti (elementari, medie, superiori) e ha dato vita a scuole di dimensioni medio-alte, spesso con più di mille studenti.

«Questo percorso di programmazione, finalizzato a sostenere il processo dell’autonomia scolastica e a utilizzare in modo razionale gli spazi e gli edifici, viene indebolito dalla proliferazione delle reggenze» evidenziano Malaguti e Querzè per le quali, inoltre, «la preoccupazione è aggravata dal fatto che questo numero esorbitante di posti vacanti coincide con una fase molto delicata, sul piano organizzativo, per la scuola italiana e modenese. Basta pensare, limitandosi alle superiori, alla graduale messa a regime della cosiddetta riforma Gelmini, ai nuovi indirizzi che partono quest’anno sulla base della programmazione regionale dello scorso autunno, all’avvio dell’esperienza dei corsi di istruzione e formazione professionale, che vedono le scuole impegnata in coprogettazioni con gli enti di formazione professionale. E’ davvero colpevole – concludono – che si sia così a lungo dilazionato il concorso per il reclutamento di nuovi dirigenti scolastici».