«Le ricerche geologiche per verificare la presenza di petrolio nel sottosuolo del territorio modenese non avranno alcun impatto ambientale di rilievo, ma soprattutto non preludono ad alcuna autorizzazione automatica a realizzare pozzi». Lo ha affermato Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, rispondendo in Consiglio provinciale ad una interpellanza presentata da Luca Gozzoli (Pd) sulle indagini geologiche in un’area al confine tra Modena e Bologna per le quali sono tuttora in corso le procedure per l’autorizzazione da parte della Regione Emilia Romagna su richiesta della ditta Hunt oil.
Come ha chiarito Vaccari «dopo la liberalizzazione del settore e lo scadere delle concessioni dei precedenti soggetti pubblici, la ditta in questione intende verificare le opportunità minerarie in un’area compresa all’interno di 13 comuni bolognesi e sette modenesi. Il programma dei lavori di ricerca è sottoposto attualmente a una attenta procedura di Valutazione di impatto ambientale».
Come ha sottolineato Vaccari, le ricerche prevedono una serie di rilevazioni attraverso geofoni per verificare le onde provocate dalla caduta di pesi e da vibrazioni o dall’esplosione di mini cariche e «non avranno ripercussioni sulla flora e sulla fauna , non saranno percepite se non nelle immediate vicinanze e comunque non saranno effettuate in aree soggette a tutele».
I comuni modenesi coinvolti dai rilievi sono Guiglia, Marano, Montese, Pavullo, Savignano sul Panaro, Serramazzoni e Zocca.
Sulla base dei risultati delle indagini, messi a disposizione anche delle pubbliche amministrazioni, sarà attivata una eventuale nuova procedura di Via regionale, con la partecipazione anche di tutti gli enti locali interessati, per valutare la effettiva realizzazione di pozzi.
Durante il dibattito Bozzoli, dopo aver sollecitato «una maggiore serenità di fronte alla ricerca», ha sottolineato l’importanza delle garanzie ambientali previste e l’esclusione dalle indagini delle aree tutelate.