I Mercoledì Tricolore all’Università – Le lezioni del centocinquantesimo affrontano, in questo secondo appuntamento, il tema della guerra attraverso il toccante film di Giorgio Diritti, “L’Uomo che verrà”. La proiezione è prevista per mercoledì 22 giugno, alle ore 21,15, in Aula Magna “P. Manodori” del Complesso universitario Zucchi (Viale Allegri, 9) a Reggio Emilia.

Il film di Giorgio Diritti, L’Uomo che verrà, ambientato nel 1944, racconta gli eventi che precedono la strage di Marzabotto, attraverso gli occhi di una bambina di otto anni, Martina. Uscito nel 2009 ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra cui il David di Donatello 2010 e il Gran Premio della Giuria del Festival Internazionale del Film di Roma 2009.

Il film è occasione per la rievocazione storica di fatti legati alle stragi commesse dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Argomenti affrontati nella tavola rotonda successiva alla proiezione, organizzata da Istoreco (Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea) di Reggio Emilia, a cui partecipano Massimo Storchi (Polo archivistico del Comune di Reggio Emilia), Marco Della Nave (esperto di cinema), Matthias Durchfeld (Istoreco), Italo Rovali (Avvocato di parte civile nel processo della strage di Cervarolo)

Il film

Inverno 1943. Martina, unica figlia di otto anni di una famiglia di contadini, vive alle pendici di Monte Sole, sulle colline a sud di Bologna. Martina da quando ha perso un fratellino di pochi giorni ha smesso di parlare. La mamma rimane nuovamente incinta e Martina vive nell’attesa del bambino che nascerà, mentre la guerra si avvicina e la vita diventa sempre più difficile, stretti fra le brigate partigiane del comandante Lupo e l’avanzare dei nazisti. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il bambino viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto; vecchi, donne e bambini vengono trucidati, dopo esser stati raccolti nei cimiteri, nelle chiese e nei casolari.