Le famiglie dell’ Emilia-Romagna che vogliono adottare un bambino, da oggi avranno servizi più rapidi ed efficienti. Non si tratta dei tempi delle adozioni (legati in gran parte alla legislazione nazionale e a quelle dei paesi da cui provengono i bambini), ma dei tempi necessari alle famiglie per avere informazioni sulle procedure (circa 15 giorni, tempo considerato un record a livello nazionale), della possibilità di usufruire di corsi di formazione che preparino i genitori alla nuova esperienza e di un percorso di ‘accompagnamento’ successivo all’adozione con cui gli enti autorizzati assistono le famiglie nei vari problemi che possono presentarsi.
Queste novità sono contenute nel Protocollo firmato in Regione dall’assessore alle Politiche Sociali, Gianluca Borghi, e da Comuni, Province ed enti autorizzati in materia di adozione internazionale.
L’accordo ”mette in rete” tutti i servizi presenti sul territorio e fa uscire dalla fase sperimentale il rapporto Regione-enti che era partito con un primo protocollo sulle adozioni internazionali firmato nel 2002 (‘l’esperienza è stata molto positivà, ha commentato Borghi). Da allora gli enti autorizzati ad accompagnare le famiglie nelle adozioni internazionali sono passati da 24 a 56. La nuova rete regionale di servizi è nata con il ‘Progetto regionale adozione’, approvato nel 2002 e che ha portato alla costituzione del Coordinamento regionale adozione, di cui fanno parte Regione, Province, Comuni, enti autorizzati, che si avvalgono della collaborazione del Tribunale per i minorenni e delle associazioni delle famiglie adottive.
Nel campo delle adozioni internazionali l’Emilia-Romagna rappresenta circa l’8% del dato italiano, che è stato pari a 2.606 adozioni nel 2003 e 1.603 nel primo semestre di quest’anno. Nel 2001 c’è stato il boom delle adozioni che erano state bloccate per un anno in attesa dell’entrata in vigore della nuova legge: in Emilia-Romagna sono state 311, con 4 fallimenti adottivi (famiglie che riportano ai servizi sociali il bambino già scelto per l’adozione). Nel 2002 le adozioni sono state 241, con 8 fallimenti. Le province con il maggior numero di adozioni sono state Bologna (82), Modena (37) e Parma (30); in coda Piacenza (1) e a livelli intermedi le altre (Reggio Emilia 22; Ravenna 21; Rimini e Forlì-Cesena 17; Ferrara 14).
Sempre nel 2003, in Emilia-Romagna sono state 506 le coppie di aspiranti genitori che hanno seguito corsi di formazione (71, gratuiti) e per il 2004 ne sono previsti altri 79. ”Questo protocollo – ha commentato Borghi – riveste per la Giunta una grande importanza perchè rafforza la possibilità di un ulteriore ampliamento dei diritti dell’infanzia e delle famiglie. In particolare – ha sottolineato – consideriamo importante e significativo il lavoro svolto con le associazioni”.
I paesi più ‘gettonati’ dai genitori per le adozione sono quelli del Sudamerica (Colombia e Brasile) e dell’Est (‘molti genitori pensano che in questo modo i tratti somatici dei piccoli siano più simili ai loro, ma non sempre è così’, hanno fatto notare rappresentanti degli enti).
Problemi particolari pone la fascia di età dei bambini che si rendono disponibili per le adozioni che negli ultimi anni si è allargata, passando da 3-6 anni a 2-12 anni.