Rispetto ai vari articoli apparsi recentemente sul tema dei Centri diurni per disabili penso sia opportuno chiarire alcune questioni. Pur comprendendo le preoccupazioni dei famigliari degli ospiti dei Centri diurni vorrei evitare che si creino allarmismi ingiustificati sulla base di informazioni non corrette.

A fronte dell’obiettivo condiviso dai Sindaci del Distretto di Vignola di fare ogni sforzo per conservare la quantità e la qualità dei servizi sociali e socio-sanitari, esiste certamente un problema di sostenibilità dovuto sia ai tagli diretti dei trasferimenti agli Enti locali, decisi dalla manovra economica del Governo, sia all’azzeramento del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, vale a dire le risorse dello Stato, che per il Distretto di Vignola significano un taglio strutturale di ben 550.000 euro in meno a partire dall’anno 2011. E quando parliamo di sostenibilità dobbiamo aver presente tutta la rete dei servizi – dai minori agli anziani, agli adulti, ai disabili- e non solo un “segmento” di essa. A fronte di un forte impegno da parte della Regione diretto a compensare i tagli, è chiaro verso chi, prima che ad altri, devono essere rivolte le proteste di tutti gli interessati compresi gli Enti locali.

Vorrei inoltre precisare che rendere un sistema sostenibile o razionalizzare le risorse non significa necessariamente “tagliare”, ma ad esempio riorganizzare i servizi stessi. In questo senso si è intervenuti nel modificare la ricettività dei Centri Diurni per disabili: nel processo di accreditamento sono stati individuati ai Portici 25 posti, ai Tigli 25 posti e alle Querce 12 posti, in risposta al fabbisogno territoriale, ampliando la disponibilità di posti ai Portici e ai Tigli ove la capacità ricettiva era di 23 posti a cui si sommavano 2 posti per emergenza. Risolto diversamente il problema emergenza, tale trasformazione permette, ad oggi, di poter soddisfare un numero maggiore di utenti. Inoltre alle Querce, conseguentemente a recenti lavori di ristrutturazione e ampliamento sono stati accreditati 16 posti per futuri possibili accessi. Non mi pare proprio che un intervento di questo genere comprometta la qualità dei Centri, dando invece la possibilità ad un maggior numero di utenti di usufruire del servizio.

Vengo al tema del personale dei Centri diurni per disabili.

I Sindacati hanno più volte dichiarato che è a rischio il 20% del personale dei Centri. Dicano su quali basi hanno fatto questo calcolo e quali sarebbero le “scelte incomprensibili” dei Comuni. Basare le proprie valutazioni su processi alle intenzioni è strumentale e provoca solo un allarmismo che nuoce a tutti. Vi sono stati numerosi tavoli di confronto tra i Sindaci e i Sindacati, nei quali sono stati discussi gli obiettivi da perseguire e mai nessuno ha parlato di possibili licenziamenti.

E’ certo infatti che fino ad oggi nessun operatore è stato licenziato, né lo sarà in futuro, anche perché lo stesso processo di trasformazione previsto dall’accreditamento dei servizi socio sanitari è graduale e organizzato su più anni.

I 3 educatori dell’ASP (di cui 1 e mezzo occupato al centro “I Portici”) che se ne sono andati lo hanno fatto per una scelta lavorativa personale, poiché hanno accettato altri posti di lavoro e sono stati sostituiti dall’ASP o sono in procinto di esserlo.

Per quanto riguarda la figura professionale dell’operatore socio – sanitario (OSS) la realtà è questa: nel Centro I Portici, d’accordo con l’ASP, è stata sostituto con un OSS un educatore che, per sua scelta, ha optato per un altro impiego. In sostanza da 2,5 OSS si è passati a 3,5. Possiamo davvero pensare che questa sostituzione intacchi la qualità del servizio?

Per “I Tigli” e “Le Querce”, si tratta invece di introdurre la figura dell’OSS perché fino ad oggi non presente, con la volontà di garantire la stessa tipologia di risposta all’interno dei tre Centri. Ma, come detto prima sarà un’introduzione graduale ed organizzata su più anni e con tutte le attenzioni del caso, in stretta collaborazione con le cooperative che gestiranno i due centri.

Anche con gli adeguamenti previsti nel lungo periodo, l’offerta dei Centri diurni per disabili del Distretto di Vignola rimarrà superiore agli standard previsti dalla normativa regionale, né, se vi sarà costruttiva collaborazione da parte di tutti i soggetti interessati, diminuirà la qualità del servizio.

Ci chiediamo poi infine: come mai CGIL-CISL-FIADEL Funzione Pubblica del Distretto sconfessano l’accordo che gli stessi Sindacati hanno sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna sull’organizzazione di tutto il sistema socio-sanitario regionale? Questo significa che i Sindacati degli enti Locali del Distretto di Vignola sconfessano le rappresentanze dei Sindacati regionali?

(Emilia Muratori, Assessore ai Servizi Sociali Unione Terre di Castelli)