Sono 186 i precari modenesi della scuola che hanno perso il lavoro. La maggior parte di essi (settanta) appartiene al personale Ata (in particolare collaboratori scolastici, cioè bidelli), ma sono “rimasti a spasso” anche 31 insegnanti della scuola primaria e 46 docenti delle scuole superiori. Guadagnano posti solo la scuola d’infanzia (tre insegnanti in più) e i dirigenti amministrativi (due).

Le cifre sono diffuse dalla Cisl Scuola di Modena, che nella prima settimana dell’anno scolastico ha monitorato la situazione delle 95 istituzioni scolastiche di città e provincia e ha raffrontato i posti vacanti e gli incarichi dello scorso anno scolastico con quelli del 2010/2011. «Stiamo toccando con mano il disagio che caratterizza l’inizio di questo anno scolastico e il dramma vissuto da coloro che perdono un posto di lavoro – afferma Monica Barbolini, neo segretaria provinciale della Cisl Scuola di Modena – L’aumento del numero di docenti e personale Ata che affolla i nostri uffici per chiedere informazioni e assistenza o presentare domanda per entrare negli elenchi prioritari rappresenta la conseguenza del pesante piano triennale dei tagli applicato nella scuola». La situazione di maggior sofferenza riguarda la scuola superiore che, da sola, perde una cinquantina di docenti Per la Cisl Scuola è l’effetto della cosiddetta “riforma Gelmini”, partita nelle classi prime, e del taglio di ore di lezione nelle seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e professionali. Dalla rilevazione della Cisl emerge che continuano a perdere posti anche la scuola primaria (-31 maestri) e la secondaria di primo grado (tre prof in meno rispetto al 2009/2010). Tutto questo a fronte di una crescita del numero complessivo degli studenti iscritti e di una normativa che continua ad aumentare il numero degli studenti per classe: all’infanzia si può arrivare fino a 29 bambini per classe, alla primaria fino a 27, alla scuola media fino a 28, alle superiori fino a trenta ragazzi per classe. «Molti docenti che da anni si vedevano conferire un incarico annuale sono ancora in attesa di una supplenza – continua Barbolini – Qualche insegnante è passato da titolare di un incarico alle superiori a un incarico alle medie, ma a causa del meccanismo delle graduatorie, che assegna un punteggio dimezzato per un ordine di scuola diverso, questi professori si vedono allungare il periodo di attesa per un posto a tempo indeterminato. Non fa bene alla scuola negare i problemi e affermare che va tutto bene, perché si esclude in partenza la possibilità di ricercare soluzioni positive all’impoverimento dell’offerta formativa. Pertanto sollecitiamo tutti i soggetti coinvolti a partecipare alle iniziative del nostro sindacato per evitare – conclude la segretaria provinciale della Cisl Scuola – che il piano dei tagli incida nuovamente sulla funzionalità della scuola pubblica statale con l’attivazione della “terza fase” prevista per il prossimo anno scolastico».