Il 28.06.2010 a Piacenza un detenuto tenta il suicidio e viene salvato dagli agenti e da altri detenuti, è il settimo caso che dall’inizio dell’anno si verifica nella nostra regione, dopo Bologna Parma Forlì e Reggio Emilia. Fino ad oggi ci sono stati due suicidi in carcere, entrambi nell’O.P.G. di Reggio Emilia, 4 aggressioni ai danni di 10 agenti feriti.

Questo è il bollettino di guerra negli istituti penitenziari Emiliano Romagnoli in questi primi sei mesi dell’anno, quando si è alle porte di almeno un paio di mesi di massima calura estiva che verosimilmente accentuerà la situazione.

Oggi in regione, con un sistema penitenziario che prevede una capienza regolamentare di 2.393 detenuti, controllati da 2.401 Poliziotti Penitenziari e gestiti da 552 personale dirigenziale e tecnico (direttori, educatori, contabili, assistenti sociali ecc.ecc.), si assiste ad una presenza di 4.539 detenuti (+189%) controllati “solo” da 1.746 Poliziotti Penitenziari (-28%) e gestiti da 290 personale dirigenziale e tecnico ( -48%).

A tutto questo occorre aggiungere un taglio del 50% delle risorse economiche negli ultimi anni e di 100.000 ore di prestazioni di lavoro straordinario (-21%).

Con questi dati non ci si deve poi meravigliare che nelle carceri aumentino i suicidi, i tentativi di suicidio e le aggressioni verso il personale.

Con il “cosiddetto piano carceri” l’amministrazione penitenziaria ritiene di poter aumentare la capienza regolamentare di ulteriori 1.240 posti letto entro il 2012, ciò per far fronte al sovraffollamento. Noi invece denunciamo che con un’amministrazione che non riesce ad assumere a livello nazionale le 2000 unità promesse dal governo, per assenza di copertura finanziaria, a conti fatti, in Emilia Romagna fatte le debite proporzioni occorrerebbe un aumento del 300% delle risorse economiche, di 502 tra educatori contabili, assistenti sociali, ecc. e 1.900 poliziotti penitenziari, tutto per rendere equilibrato e funzionale il sistema “carceri” agli obiettivi costituzionali. Oggi invece dobbiamo ancora scontrarci con chi non conoscendo nulla del mondo penitenziario, sostiene che non necessitano ulteriori aumenti di personale, dimenticando che in Italia a differenza di altri paesi UE, esistono reati come la colpa del custode e l’omicidio colposo per omessa vigilanza e tante altre differenze che rendono il nostro sistema penitenziario molto più complesso di altri.

La verità è una sola, oggi grazie alle particolari attenzioni del mondo politico, negli istituti penitenziari Emiliani Romagnoli ai Poliziotti penitenziari viene richiesto di essere educatori, contabili, assistenti sociali, uscieri e regolatori del traffico pedonali, insomma tutto ciò che non riguarda l’essere un poliziotto e per di più in perfetta solitudine a differenza dei colleghi delle altre forze di Polizia, per 8 ore in sezioni detentive con 200 detenuti, sperando poi di non essere indagati per un suicidio in carcere.

 (Il coordinatore regionale Emilia-Romagna, p. la FP CGIL Polizia Penitenziaria Marco Martucci)