Legacoop Reggio Emilia ha presentato oggi i dati relativi all’andamento dei primi messi dell’anno delle cooperative associate. I dati sono stati illustrati dal presidente Ildo Cigarini, dal direttore generale Francesco Malpeli e dalla responsabile del Servizio Economico Finanziario Daniela Cervi.
Il 2009 si è chiuso all’insegna delle pesanti difficoltà che hanno investito trasversalmente i diversi comparti economici in cui operano le cooperative reggiane, con andamenti in parte contrastanti nei differenti settori di attività: sono cresciuti commercio, servizi, sociale, buona tenuta per l’agroalimentare, in calo le costruzioni, il manifatturiero e l’abitazione. I consuntivi 2009, al netto degli effetti derivanti da operazioni straordinarie (come la fusione Riunite-Civ), scontano una leggera contrazione del valore della produzione, a valori complessivi il trend risulta del +0,5% e porta il valore consolidato a 6,4 miliardi di euro.
“Il 2010 – spiega il presidente Cigarini – rappresenta un esercizio cruciale per le imprese nel testare le proprie capacità di adattamento, di risposta e di superamento della crisi. Una crisi che ha investito indistintamente tutti i settori produttivi, andando a stravolgere posizioni competitive acquisiste nel corso di anni di attività e disegnando nuovi scenari in cui prevarranno i soggetti più solidi, virtuosi e propensi all’innovazione. Il sistema cooperativo, con il suo forte attaccamento territoriale e la scelta di reinvestire gli utili realizzati in azienda, risente anch’esso inevitabilmente della crisi, ma conserva in molti comparti d’attività una propensione alla crescita che si traduce in un quadro complessivo di tenuta sia sul fronte del giro d’affari e della marginalità che su quello dell’occupazione”.
Dall’andamento dei primi mesi del 2010 delle cooperative associate registriamo andamenti positivi nel comparto agro-alimentare, su cui incidono favorevolmente la ripresa delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano, del cerealicolo (soprattutto per i mangimi), un lieve aumento del fatturato nei primi mesi del 2010 per il comparto delle carni bovine e un buon andamento dell’export nel settore vitivinicolo. Le costruzioni continuano a risentire del prolungato rallentamento del mercato immobiliare, con qualche cauto segnale di ripresa degli ordinativi nei primi mesi del 2010. In questo momento un supporto importante è rappresentato dalle grandi opere pubbliche e infrastrutturali capaci di garantire consistenti monte lavori la cui realizzazione impatterà tuttavia su diversi esercizi. Buoni andamenti si rilevano nei settori ambientale e ferroviario. Il settore industriale conferma la flessione marcata dei serramenti, degli infissi, degli inerti, mentre sono positivi gli apporti del comparto dell’imballaggio alimentare e del settore petroli. Il commercio, pur registrando un mutamento nelle propensioni d’acquisto del consumatore, sempre più attento a prodotti monomarca e ad attività promozionali, accresce i propri volumi grazie alle nuove aperture. Le politiche di sostegno della domanda, di promozione commerciale e di agevolazioni alle categorie in difficoltà, continuano a comportare per le cooperative sacrifici sulla marginalità. Il settore dei servizi alle imprese presenta un trend di crescita, con risultati positivi per i comparti della ristorazione, del facility management, del global service, e della vigilanza mentre evidenziano confortanti segnali di stabilità i servizi di pulizie, pur in un contesto di accresciuta competitività del mercato; permangono difficoltà nella logistica, ma senza ulteriori rallentamenti rispetto all’esercizio appena concluso. La cooperazione sociale conferma nel primo trimestre 2010 un’attenuazione del tasso di crescita che aveva caratterizzato gli ultimi anni e la progressiva erosione dei margini operativi, su cui incide pesantemente la crescente carenza di risorse pubbliche da destinare alla cura delle persone. Importanti opportunità di sviluppo sembrano provenire dal project-financing, la nuova forma di commistione tra pubblico e privato.
“Il quadro che emerge complessivamente – aggiunge Daniela Cervi – è quello di una realtà cooperativa in cui permangono gli effetti invasivi della crisi, ma le eccellenze di molte realtà cooperative e la loro capacità di sfruttare le difficoltà come momento di ridefinizione della propria offerta di prodotti e servizi, dovrebbero condurre ad una crescita nel 2010 prevista al 5%, portando il valore della produzione consolidato ad oltre 6,7 miliardi di euro, con una leggera riduzione della marginalità ma una crescita occupazionale di circa il 2%, portando così il numero complessivo di risorse impiegate a oltre 40.000 unità”.
“Un dato per noi importante – conferma il direttore generale Malpeli – è quello legato all’occupazione. Anche l’utilizzo degli ammortizzatori sociali utilizzati da alcune cooperative che operano nei settori più colpiti dalla crisi si mantiene sostanzialmente stabile nei primi mesi del 2010, con un’incidenza però sempre marginale: le persone coinvolte (con cassa integrazione ordinaria o in deroga, perlopiù a rotazione e in misura parziale) sono infatti meno di un migliaio, meno del 2% dei lavoratori complessivi”.
Legacoop è poi entrata nel merito dei delicati rapporti con il sistema bancario. La situazione del mercato del credito mostra un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi del 2009, in cui sembrava essersi riaperta la disponibilità di risorse da impiegare per il sostegno dell’economia reale. “L’inizio dell’anno e la pesante instabilità dei mercati – spiega Daniela Cervi – con paventate ipotesi di fallimento, non solo di grandi compagnie e multinazionali, ma anche di stati sovrani, ha ricondotto il mondo finanziario in una situazione di diffidenza e allarmismo”. Il quadro che ne esce è di un sistema creditizio che dispone di ampie liquidità, ma tende a conservarle o ad impiegarle prudenzialmente sul breve periodo (gestione del circolante e smobilizzo di crediti) piuttosto che su interventi di investimento che abbracciano orizzonti temporali estesi e hanno cicli di rientro lunghi oppure a indirizzarle verso quello strutture che presentano maggiore solidità patrimoniale e con ampia diversificazione delle proprie attività. “Con questa situazione – è l’opinione di Cigarini – è importante e positiva la capacità di operare in un’ottica di sistema delle strutture finanziarie di Legacoop, che sviluppano una fitta rete di collaborazioni, attraverso una presenza capillare e diversificata sul territorio, rappresenta un valore aggiunto al servizio delle cooperative per superare questa delicata fase dei mercati mediante un sostegno finanziario adeguato”. “Da parte delle cooperative tuttavia – continua Malpeli – è necessaria una propensione più spiccata a patrimonializzare ulteriormente le imprese, non solo tramite i risultati aziendali, ma anche attraverso apporti diretti dei soci. Il discorso è valido anche per le piccole realtà, se si considera che il mercato finanziario accrescerà ulteriormente il proprio grado di selettività, privilegiando le strutture supportate da solida fondamenta, ovvero da patrimoni aziendali consistenti in cui sia significativa l’incidenza dei mezzi propri”.