L’Azienda Usl di Bologna avrebbe indetto, il 25 maggio 2010, un’asta pubblica, “andata poi deserta”, per la vendita di due lotti composti da terreni e fabbricati.

Ne dà notizia il consigliere regionale Alberto Vecchi (PDL) in un’interrogazione, in cui specifica che questi lotti sarebbero tuttora affidati ad un’azienda agricola privata iscritta alla CIA e che, nel bando d’asta, l’Ausl avrebbe riconosciuto il diritto di prelazione agraria sui terreni “individuati catastalmente” all’affittuario coltivatore diretto, qualora risultasse in possesso dei requisiti previsti per legge.

Nonostante l’Ausl abbia previsto un’asta con vendita “a corpo” e non “per ettaro”, – aggiunge Vecchi – quindi “senza scorporare il valore dei terreni da quello dei fabbricati”, sarebbe stato ugualmente deciso, “senza alcun motivo apparente”, “di scorporare il valore dei fabbricati da quello dei terreni, consentendo all’azienda agricola con diritto di prelazione di esercitare il proprio diritto solo sui terreni”.

L’Ausl, inoltre, – scrive il consigliere – secondo quanto riportato nel bando, si riserverebbe non solo la “facoltà insindacabile di prorogare la chiusura del bando o di disporne la modifica e/o la revoca in tutto o in parte”, ma anche la “facoltà insindacabile, in qualsiasi momento, e, comunque, fino alla stipulazione del rogito, di non procedere alla vendita per intervenuti motivi di utilità dell’Azienda, senza che nulla sia dovuto all’eventuale aggiudicatario, salvo la restituzione, senza interessi, del deposito cauzionale”.

Nonostante le “anomalie” esposte, che “non danno certezze ad alcuna azienda agricola che volesse partecipare” all’asta, nel bando sarebbe inoltre prevista una cauzione complessiva, per i due lotti, di 436.600€.

Vecchi chiede quindi alla Giunta regionale se sia a conoscenza del fatto che l’asta pubblica sarebbe andata deserta proprio perché nessuna azienda agricola si sentirebbe tutelata dalle condizioni poste dall’Azienda Usl di Bologna, se abbia valutato le conseguenze dello “scorporo del valore dei terreni da quello dei fabbricati” e se, “alla luce di quanto descritto”, non ritenga di intervenire per l’indizione di un nuovo bando che tuteli le aziende agricole partecipanti, con condizioni di gara prive delle “anomalie” descritte nell’interrogazione.