“Non ci lasciamo intimidire, a Reggio Emilia non ci stiamo a tacere. Non vogliamo diventare un territorio che, restando in silenzio, subisce un’occupazione silenziosa dei propri gangli vitali. C’è stato un salto di qualità. Noi diciamo con forza che la Cosa pubblica non è Cosa nostra. La Cosa pubblica è di tutti i cittadini. La manifestazione di oggi vuole dire a tutte le persone che sono state minacciate, che questo è il momento di parlare. Non è il momento di tacere, di pensare che tutto possa proseguire come prima. Reggio è punto di riferimento in Italia, perché è una comunità civile sana, che mette il bene comune al di spora di tutti, l’etica del lavoro e della convivenza al di sopra di tutto. Continuiamo a essere così. La società civile non si arrende, dice no a tutte le mafie e che dice no anche alla complicità di chi tace”.
Lo ha detto il sindaco Graziano Delrio durante il “Presidio contro la ‘ndrangheta e contro ogni potere mafioso” di oggi pomeriggio in piazza Prampolini, organizzato da Comune, Provincia e Camera di commercio di Reggio in risposta all’attentato di via Caliceti. Sono intervenuti oltre a Delrio la presidente della Provincia, Sonia Masini, il presidente della Camera di commercio Enrico Bini e Caterina Lusuardi in rappresentanza del Comitato Primo Marzo che ha organizzato a Reggio la terza Manifestazione per la legalità e la democrazia contro le mafie del 2010.
Nonostante il maltempo, erano presenti centinaia di cittadini, decine di sindaci reggiani, rappresentanti di associazioni, i parlamentari Maino Marchi, Pierluigi Castagnetti, Leana Pignedoli, Emerenzio Barbieri (ha aderito ma non ha potuto essere presente), vari consiglieri regionali Giuseppe Pagani e Roberta Mori, comunali e provinciali di centrodestra e centrosinistra, rappresentanti sindacali.
DELRIO – “Siamo tanti a questo presidio – ha detto Delrio – che abbiamo fortemente voluto con la presidente Masini e il presidente Bini, per dare una risposta forte e immediata a quello che è successo nella nostra città recentemente. Credo che noi oggi qui abbiamo un dovere, che è quello di dire che, se qualcuno ha voluto intimidire l’attività investigativa delle forze dell’ordine, se qualcuno ha voluto fare uno scatto di qualità nella propria presenza a Reggio Emilia, ebbene Reggio Emilia non ci sta. Non ci lasciamo intimidire, abbiamo il coraggio di dire la verità e non la diciamo solo da oggi, perché non ci siamo accorti del problema da oggi. E’ dal 2007 che, grazie anche al lavoro dei sindacati, delle associazioni di categoria, delle cooperative sociali, che noi abbiamo creato un legame fortissimo con i consorzi delle cooperative sociali della Locride oltre che con le Camere di commercio della Sicilia. Da anni Reggio Emilia è un punto di riferimento per quei territori”.
“Un giornalista mi ha chiesto: ma è così grave da voi la situazione? Il fatto è che qui la situazione non è più grave che a Parma, a Modena o Bologna. Basta leggere i report che ogni sei mesi redige la Direzione investigativa antimafia: il problema riguarda tutto il Nord, tutto il Sud. Il fatto è piuttosto che noi qui non ci stiamo a tacere. Non ci stiamo a far diventare l’influenza una polmonite. Non vogliamo diventare un territorio che, restando in silenzio, subisce un’occupazione silenziosa dei suoi centri economici, il tentativo di un’infiltrazione silenziosa nei suoi atti amministrativi. Abbiamo reagito fin da subito. Come Comune, abbiamo predisposto e attuiamo da anni il protocollo contro il lavoro nero, abbiamo messo in piena trasparenza i nostri appalti, proprio perché non vogliamo che vi sia niente di tutto questo”.
“Perché siamo convinti – ha proseguito Delrio – che la Cosa pubblica non è Cosa nostra. La Cosa pubblica è di tutti i cittadini che oggi vogliono e devono poter stare liberamente in questo territorio, poter intraprendere la loro attività senza la paura di essere offesi, taglieggiati, minacciati. In questi giorni alcuni hanno voluto mettere l’accento sulla comunità calabrese. Noi abbiamo tantissimi amici, imprenditori calabresi, brave persone, che cercano di reagire, che sono qui con noi anche oggi e hanno aderito a questa manifestazione. Però noi sappiamo che la cosa più difficile da fare, anche in certe comunità, è di avere il coraggio di parlare.
La manifestazione di oggi vuole anche dire, a tutte le persone che sono state minacciate, che questo è il momento di parlare. Non è il momento di tacere, di pensare che tutto possa proseguire come prima”.
“C’è stato un salto di qualità – ha concluso il sindaco – C’è qualcuno che vuole, come ha fatto in altre regioni d’Italia, in Calabria, in Sicilia, in Campania, occupare silenziosamente i gangli vitali del nostro territorio. E noi dobbiamo avere il coraggio, tutti insieme – la politica, le istituzioni, l’economia, le forze sociali, i sindacati che sono sempre stati in prima linea con noi, e soprattutto i tantissimi giovani che credono in questa battaglia per la legalità – con tutti loro vogliamo continuare a dire che a Reggio Emilia c’è un punto di riferimento preciso, chiaro, sincero per tutto il nostro Paese: il punto di riferimento di una società civile che non si arrende, dice no a tutte le mafie e che dice no anche alla complicità di chi tace. Quindi è il momento di avere una reazione da parte di tutti. Sono sicuro che la giornata di oggi è un altro passo in quel lungo cammino che insieme ci siamo dati, per poter continuare ad essere quello che tutti ci riconoscono che siamo: una comunità civile sana, che mette il bene comune al di spora di tutti, l’etica del lavoro e della convivenza al di sopra di tutto. Ricordo che il procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ha dietro la sua scrivania il Primo Tricolore che gli donammo un anno fa in un’iniziativa delle cooperative sociali con gli studenti. Credo che la manifestazione di oggi sia anche un segnale di benvenuto e solidarietà al nuovo procuratore capo di Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti, che si insedia nei prossimi giorni, a cui auguriamo buon lavoro e la piena collaborazione di tutti. La città non ha paura”.
MASINI – “Siamo qui per reagire, per dar voce a tutti coloro che non accettano che Reggio Emilia possa rischiare di finire nelle mani della malavita. Noi non siamo nelle mani della malavita, anche se l’attentato consumato una settimana fa è molto grave, come a Reggio non avevamo mai avuto. Siamo qui per far capire che non intendiamo consegnare Reggio nelle mani della malavita, lanciare un messaggio forte e ringraziare tanti di voi, impegnati direttamente a difesa della legalità e contro ogni forma di mafia”, ha detto la presidente della Provincia, Sonia Masini.
“Continueremo a collaborare, come abbiamo sempre fatto, con le forze dell’ordine, con la Procura della Repubblica, e continueremo a farlo senza paura – ha proseguito la presidente Masini – Voglio ringraziare chi è in prima linea per combattere ogni tipo di malavita, mafia e corruzione. C’è bisogno di messaggi forti. So che oltre questa manifestazione, il lavoro di tutti noi continuerà ogni giorno per vedere le cose e non tacere mai, con la dignità che siamo abituati ad avere. Questa comunità – i reggiani, le loro istituzioni e le loro associazioni – ha da sempre avversato ogni forma di prevaricazione, ha da sempre respinto ogni forma di convivenza basata sul ricatto e sulla violenza. Ho ritrovato in questi giorni una mia vecchia foto, scattata nel novembre 1990, durante una manifestazione di protesta a Castelnovo Monti alla quale partecipai come sindaco di Ramiseto, insieme agli altri primi cittadini della montagna, per chiedere l’abolizione del soggiorno obbligato nei nostri piccoli comuni: un provvedimento sbagliato e poi finalmente abolito che ha certamente prodotto infiltrazioni mafiose anche al Nord e che, personalmente, mi portò negli anni Ottanta anche ad essere minacciata proprio da uno di questi soggiornanti. Non è mai caduta da allora la nostra attenzione”.
“La nostra battaglia – ha concluso la presidente Masini – non inizia dunque oggi, oggi però abbiamo ritenuto indispensabile tornare in piazza per rispondere in maniera decisa a un gesto orrendo, per ribadire che non accetteremo mai alcuna prevaricazione, per invitare tutti a non tacere mai, a denunciare ogni cosa si possa vedere, per dimostrare che quando siamo minacciati, siamo uniti e sappiamo difendere la nostra democrazia e la nostra comunità. Si deve sapere in modo chiaro che a Reggio Emilia non possiamo accettare la prosecuzione di atti che minaccino, che ricattino qualcuno e che il benessere non è per noi al prezzo dei nostri diritti. Noi vogliamo perseguire la ricchezza e il benessere per tutti, ma non a condizione di essere sottomessi”.
BINI – “Ringrazio questa città, è una giornata importante – ha detto il presidente della Camera di commercio Bini – Noi diamo un messaggio chiaro a chi ha tentato di far passare certi messaggi violenti. Credo che questa lotta vada fatta tutti assieme. Lo dobbiamo ai nostri concittadini e alle imprese di questa città. Qualcuno ha cercato di farmi dire che criminalizzo tutte le imprese. Non è così. Vi sono molte imprese sane, oneste, che vengono dalla Calabria, dalla Campania, dalla Sicilia, che sono state grandi e importanti per la crescita di questo territorio. Vanno aiutati questi imprenditori a uscire da questa situazione, loro che forse sono i primi che ne risentono e che vengono taglieggiati dai loro conterranei. La città non ci sta”.
“Il lavoro di opposizione a questo va fatto in squadra – ha aggiunto Bini – La Camera di commercio fa la sua parte, secondo quanto prevede la legge. Soprattutto in un momento di crisi come questo, chi è del mondo imprenditoriale ha bisogno di certezze, risposte chiare, di avere qualcuno al proprio fianco, anche per sconfiggere quella concorrenza illegale, fatta da chi lavora sottotraccia e magari appare insospettabile: personaggi che girano la città, la provincia e la regione con l’aspetto rassicurante di chi porta la valigetta ventiquattrore, in giacca e cravatta, che sembra buono ma buono non è. Così si presentano i taglieggiatori delle imprese, i ricattatori. E’ tardi per rispondere? Non è mai tardi. Oggi abbiamo risposto in modo giusto, abbiamo dato un messaggio chiaro; il territorio sta reagendo in modo forte e quotidiano”.
LUSUARDI – “Il primo marzo – ha detto la presidente del Comitato promotore della Manifestazione del Primo Marzi, Lusuardi – c’erano 3.000 persone in piazza a Reggio. Un risultato di partecipazione straordinario, una risposta grande, anche dal mondo economico. Le leggi per poter vivere nelle regole in Italia ci sono. Ci sono leggi sul riciclaggio, sulla confisca dei beni. Chiediamo che emergano i dati sull’usura che in Emilia Romagna è il 5% dell’usura nazionale, sul riciclaggio. Beni confiscati: perché non ce ne sono a Reggio Emilia? Le forze dell’ordine, la magistratura prestino attenzione ai soprusi nel settore economico, ma anche a danno dei singoli privati. Continuiamo con queste iniziative, a farci vedere e sentire. E i cittadini denuncino quel che non fa”.
Alla manifestazione hanno aderito fra gli altri: l’Osservatorio antimafie, Confagricoltura, Auser Cgil, Legacoop Reggio Emilia, Confartigianato imprese, Coopsette, Enìa, Comuni di Castelnovo Monti e Scandiano, Uisp comitato territoriale di Reggio, Cooperativa sociale L’Ovile, Movimento Cinque stelle Beppe Grillo, Circolo Pd Reggio 6, Cgil, Cisl e Uil, Arci, Acli, Forum terzo settore, Dar Voce, Comitato Organizzativo 1° marzo 2010 Reggio Emilia, Libera Coordinamento di Reggio, molti Comuni della provincia tra cui Correggio, Casalgrande, Fabbrico e Bibbiano, Confesercenti con tutte le associazioni di categoria, la presidente della Circoscrizione Nordest di Reggio Emilia, Pd Coordinamento Reggio Emilia, Confcommercio, associazione Industriali, l’associazione Calabria nel mondo.