Siamo tutti consapevoli della difficile e profonda crisi economica che stanno attraversando le economie di Europa e di Stati Uniti d’America da oltre 2 anni a questa parte.

Negli USA le banche hanno da tempo chiuso i rubinetti e la benzina dell’economia americana, il credito, è stato letteralmente cancellato per la stragrande maggioranza delle persone e delle imprese.

Non tutti quelli che compravano auto di lusso come le nostre amate Ferrari sono riusciti a farsi scivolare addosso questa tremenda crisi che è iniziata nel settore immobiliare poi a seguire bancario e quindi nel 90% dei settori dell’economia americana.

Anche tra quelli che ancora possono permettersi di acquistare una Ferrari, ce ne sono diversi che preferiscono aspettare prima di fare certe spese superflue o non necessarie e vedere come e quando finirà questa grave crisi.

Essendo la situazione del primo mercato per le nostre Ferrari così difficile, e molte meno le persone disposte a spendere certe cifre per un’automobile, è diventato imperativo non perdere nessuna vendita per motivi di produzione o di organizzazione interna.

Se un cliente entra in una showroom Ferrari manifestando la seria intenzione ad acquistare un’auto, dovrà essere seguito, coccolato ed assistito finchè non esce con un contratto d’acquisto firmato e non trattato con sufficienza e distacco come spesso accadeva in passato.

Ferrari dovrà cercare di accogliere, nei limiti del ragionevole e a volte anche oltre, tutte le richieste dei clienti e le consegne dovranno avvenire in tempi brevi….stiamo parlando di un giocattolo che costa molti soldi che queste persone benestanti si vogliono comprare e lo vogliono, giustamente, subito.

La Ferrari ha fatto del prestigio, del design e della qualità i capisaldi dei propri successi negli ultimi 10 anni e chiaramente deve continuare su questa strada ma deve aggiungere la voce “maggiore flessibilità” per poter dare quel servizio che il mercato richiede.

Se adesso i mercati internazionali non sono più recettivi come lo erano fino a un paio d’anni fa, è un dato di fatto, va accettato e deve dare lo spunto alla dirigenza Ferrari non di licenziare ma di convertire certi reparti o una parte del personale di certi reparti in quelle attività che erano fino a ieri esternalizzate e di formare professionalmente un gruppo di 100 operai che possano essere trasferiti a seconda delle esigenze del momento, da un reparto ad un altro, da una attività ad un’altra, fornendo loro il training e le conoscenze tecniche necessarie.

Credo che all’interno di un’azienda super organizzata e strutturata come Ferrari, siano diverse le soluzioni che si possono trovare per non arrivare a licenziamenti e per utilizzare al meglio la forza lavoro disponibile.

Ci uniamo al sindaco di Maranello nell’esprimere lo scontato e dovuto auspicio che si trovi al più presto un accordo tra azienda e sindacati che salvaguardi il lavoro dei tanti nostri concittadini che lavorano in Ferrari, e ribadiamo la nostra convinzione che con un po’ di buona volontà da ambo le parti si possa raggiungere un accordo che permetta di mantenere intatta la forza lavoro e che dia all’azienda quella flessibilità di movimento che gli permetta di essere sempre più competitiva e al passo con le esigenze dei mercati mondiali.

(Emilio Nannini – capogruppo PDL Maranello)