“In prossimità di una scadenza elettorale e comunque in momenti di forte tensione sul piano politico, anche il Consiglio Comunale risente del clima generale ed è quindi normale che i toni si alzino e che in taluni casi si vada anche oltre l’usuale dialettica politica”.“Così è, a Modena come altrove, e così forse è giusto che sia: quando è il momento di sollecitare le decisioni dei cittadini, infatti, la chiarezza che può derivare da un linguaggio franco e diretto non necessariamente deve essere intesa come un fattore negativo, anzi. Non mi scandalizzo nemmeno di fronte alle provocazioni politiche ed alle risposte decise. Il confronto serrato, infatti, è una delle componenti fondamentali della democrazia; quindi non solo non mi preoccupa, ma credo proprio che sarei preoccupato del contrario, di una monocorde litania senza odore né sapore, insomma senza passione.
Questa premessa per spiegare che ieri, in Consiglio Comunale, nel corso della seduta ufficiale del Consiglio Comunale, non è successo nulla di particolarmente grave: uno scambio vivace tra il consigliere Rossi e l’assessore Sitta; posizioni diverse, sostenute da persone convinte delle proprie idee; toni duri, a tratti durissimi, ma sempre nell’ambito del confronto di opinioni.
Quanto è successo dopo, nel corso della pausa dei lavori del Consiglio, penso invece debba essere oggetto di grande attenzione ed anche fonte di una qualche preoccupazione. Malgrado la tensione ed il clima particolarmente “caldo”, credo infatti non sia tollerabile un atteggiamento quale quello adottato dal consigliere Mauro Manfredini: in una Sala consigliare, quindi in una sede istituzionale, non si possono pronunciare insulti a raffica nei confronti di un avversario politico, tanto meno si possono compiere gesti intimidatori, come quello di agitare il pugno chiuso a pochi centimetri dal volto di un’altra persona. Quando si arriva a questi estremi non c’è più polemica politica, non c’è più passione, ma solo l’espressione peggiore di un modo di far politica basato sulla ricerca dello scontro fine a se stesso, quasi che insulti e minacce possano davvero affermare un’idea, una posizione.
Sarebbe utile un recupero dell’equilibrio di rapporti tra le parti politiche, ripeto, senza cadere nel minuetto affettato, forzato, del confronto in punta di fioretto, ma anche senza usare la clava dell’insulto gratuito. Ecco, credo si possa ritrovare questo equilibrio, auspicato dalla Presidenza del Consiglio comunale, tornando al contraddittorio di merito, secondo le regole dell’Aula consigliare e non della lite di condominio. I cittadini credo apprezzerebbero”.